Extraterrestri sul pianeta Terra

Dunque, pare che degli algoritmi abbiano già scelto chi per ora starà in panchina e chi invece potrebbe far parte dell’equipaggio che sulla Starship di Elon Musk presto potrà salpare sulla Luna. Trattasi per lo più di miliardari, ma c’è chi vorrebbe a bordo anche almeno un poeta per magnificare al meglio lo spettacolo come finora non è stato mai fatto
Di certo non sono pochi quelli che ambiscono a compiere questo viaggio, non solo per poter conoscere in anteprima luoghi sinora inesplorati, ma anche, chissà, per fare incontri ravvicinati con eventuali extraterrestri, conoscerne dal vivo l’aspetto, le abitudini, la simpatia o l’aggressività e, come in una sfida, poter testare la loro intelligenza rispetto alla nostra.
Per quanto mi riguarda, ovviamente non rientro né tra i viaggiatori messi in panchina, né tra quelli che ardono dal desiderio di fare questa esperienza o quei tipi di incontri. Andare su un altro pianeta, visitare un luogo freddo e asettico, sono certa non mi farebbe trovare ciò che da sempre cerco, quindi né pietà né calore, non amore né dolore; forse solo brandelli di questi sentimenti cestinati dai più e lì inesorabilmente spiaggiati e finiti. E non mi attira neppure l’idea di poter ammirare da una prospettiva differente il nostro pianeta, guardarlo cioè da lontano per vederlo piccolo e in una luce diversa, in quanto credo, paradossalmente, sia più avvincente vivere tra le sue contraddizioni e le sue variegate difficoltà.
Quanto ai marziani poi, è inutile, secondo me, affrontare un viaggio così costoso e complesso per poi rendersi conto invece che molti di questi esseri oramai sono qui, sul pianeta Terra!
Sono pochi ed in via di estinzione, sono un po’ dappertutto, ma si muovono con riserbo e compostezza, senza nessun clamore, al punto da passare inosservati agli occhi distratti.
Ma a me è capitato di incontrarli in più occasioni, da vicino o anche a distanza. Li ho incontrati, ad esempio, nelle corsie di certi Ospedali e Policlinici nostrani. Indossavano il camice e avevano uno stuolo di medici dietro; li ho visti curare pazienti di ogni età ed estrazione sociale senza alterigia, nonostante l’alta professionalità, nota anche fuori confine, ma piuttosto affiancando questa qualità con una straordinaria umanità. Li ho individuati, poi, in alcune donne che sotto il peso della toga, si impegnano quotidianamente, invece che in proteste politiche, ad assicurare ai minori oggetto di violenze intrafamiliari, un ambiente più sano in cui crescere e farlo con la fermezza di chi sa di avere quella responsabilità di cui alcuni genitori si sono spogliati. Li ho riconosciuti in quei pochi che nonostante tutto non smettono di amare, di rispettare, di trasmettere modelli positivi nelle scuole, nelle famiglie, per strada, in chi porta dei pesi a tratti troppo pesanti e faticosi, ma senza lamenti e vestiti solo di dignità.
E allora nessun viaggio straordinario per me. Io resto qui, tra questi “marziani”, che a modo loro, mi ricordano che è sempre possibile coltivare una coscienza sociale giusta anche se ci si sente “orfani di ogni mitologia” (I. Calvino), senza per questo doversi adeguare ai più o dover migrare altrove.
I commenti sono chiusi.