IL CORSIVO – Il ministro Giorgetti dixit…

Il ministro Giancarlo Giorgetti, in collegamento ieri con il convegno annuale della Lega, ha detto tra l’altro: “Oggi scopriamo che dobbiamo riarmarci perché c’è la minaccia di Putin. Io penso, a proposito del piano di von der Leyen, che bisogna distinguere due cose: gli aiuti all’Ucraina se gli Usa non lo fanno più, e un piano di investimenti militari che abbia un senso e non fatto in fretta e furia senza una logica”. E ancora: “Ciò che viene a galla oggi è che la storia, incanalata su un binario inesorabile e con regole scritte per definizione, ha preso una svolta storica con la nuova amministrazione Trump. Ciascuno può fare le sue valutazioni o essere d’accordo o meno, ma quel sistema condiziona tutto il resto del mondo. È il peso delle valutazioni che arrivano da Washington, che piaccia o no, che segna la traiettoria. E quello che ha fatto Trump è qualcosa con cui dobbiamo avere a che fare”.
Cosa dire? Tradotto in linguaggio pratico, il ministro Giorgetti afferma esattamente ciò che da tempo va sostenendo il suo capo partito, filo-putiniano e filo-trumpiano, Matteo Salvini. E cioè che noi italiani, assieme a tutti gli europei, ci dobbiamo rassegnare al ruolo di caudatari di Putin o di Trump, del primo nei giorni pari e dell’altro in quelli dispari, magari con Vance e Musk pronti a frustarci se alziamo un tantino la testa o emettiamo un afflato.
La domanda è: la Premier Meloni e il vice-Premier Tajani la pensano allo stesso modo di Salvini? Se la risposta è negativa, la domanda successiva è: cosa aspettano a dare la parola agli italiani attraverso le urne?

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