Contro il taglio della corte tributaria di Avellino Ordini uniti e mozione politica bipartisan
Questa mattina presso la sede del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati, assemblea con Commercialisti e Tributaristi con la partecipazione delle deputazioni per dire no alla soppressione della Corte di Giustizia Tributaria di Avellino. Una mozione bipartisan per fermare il taglio annunciata dai consiglieri regionali
Ad Avellino gli Ordini degli Avvocati e dei Commercialisti con Fabio Benigni e Mario Lariccia si uniscono nella battaglia per salvare la corte di giustizia tributaria di primo grado alla Camera dei Tributaristi, che con Achille Benigni ha nel frattempo avviato una interlocuzione con il Ministero. La sede del capoluogo irpino è stata destinata dal Ministero dell’Economia all’accorpamento con Benevento, nonostante i numeri dei ricorsi trattati su base annua e i parametri di riferimento territoriali consentano largamente ad Avellino di mantenere il proprio ruolo. Nell’attesa che il dialogo aperto con il Governo sortisca un qualche risultato, le categorie professionali interessate hanno deciso di mobilitare istituzioni e territorio. Questa mattina presso la sede del Consiglio forense si sono riuniti in assemblea, invitando le rappresentanze politiche di tutti i partiti. Assenti i parlamentari per impegni concomitanti, i consiglieri regionali Vincenzo Alaia, Livio Petitto e Maurizio Petracca hanno annunciato una mozione bipartisan per fermare quello che considerano “un taglio lineare ingiustificato, alla luce dei numeri che la Corte di Avellino detiene, come hanno dimostrato gli intervenuti”. Per l’avvocato Maria Carmela Picariello, referente per l’Ordine sulla materia, va contestato nel merito il piano del Ministero, partendo soprattutto dalle conseguenze che avrebbe in un ambito interno della Campania dove la chiusura delle attività commerciali e la desertificazione per emigrazione non consente lo smantellamento anche dei presìdi di giustizia, avviato oltre un decennio fa con la soppressione di tribunali e procure a Sant’Angelo dei Lombardi e ad Ariano Irpino.
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