IL CORSIVO – Trump, Musk, Cicerone e Giorgia Meloni

Come se non fossero stati sufficienti gli insulti alla politica, alla democrazia, alla verità, alla civiltà e al buon senso comune lanciati ieri da Trump contro Zelensky e l’Ucraina per ingraziarsi Putin (“Un dittatore mai eletto, un comico mediocre”, “La Russia non ha invaso l’Ucraina”), ci ha pensato Elon Musk, da par suo, a rincarare la dose di brutalità di una Casa Bianca mai apparsa tanto Grigia.
Musk ha scritto su X: “Se Zelensky fosse davvero amato dal popolo ucraino, indirebbe le elezioni. Sa che perderebbe con una valanga di voti, nonostante abbia preso il controllo di tutti i media ucraini, quindi ha annullato le elezioni. In realtà, è disprezzato dal popolo ucraino, motivo per cui si è rifiutato di indire le elezioni… Il Presidente Trump ha ragione a ignorarlo e a cercare la pace indipendentemente dalla disgustosa e gigantesca macchina della corruzione che si nutre dei cadaveri dei soldati ucraini”.
Cosa dire? Esternazioni di questo genere e tenore restituiscono, di primo acchito, l’immagine di due compari appena usciti dall’osteria (o dal saloon) in preda ai fumi dell’alcol. Ma lette in profondità, nella logica dispotica che le ispira e guida, ci fanno toccare con mano l’abissale assenza d’un Cicerone europeo che le sappia cantare alla coppia di cowboy parafrasando la prima “Catalinaria” del grande filosofo e politico romano: “Fino a quando dunque, Donald e Elon, abuserete della nostra pazienza? Quanto a lungo ancora codesta vostra follia si prenderà gioco di noi? Fino a che punto si spingerà la vostra sfrenata audacia?”.
No, non ce l’abbiamo un Cicerone europeo di questa altezza, capacità, coraggio e credibilità. Qualcuno s’era illuso che ci provasse la Stella Nascente Giorgia. Tra i tanti silenzi registrati in questi giorni, il suo è stato il più assordante. Nessuna sorpresa se non dovremo attendere la notte di san Lorenzo per lo Spettacolo delle Stelle Cadenti.