San Valentino e quel Monumento degli Innamorati nel convento di San Francesco a Folloni sedotto e abbandonato

La storia d'amore leggendaria tra Diego Cavaniglia e Margherita Orsini qui pietrificata, è da sempre stata il simbolo dell'amore eterno. Per anni, le coppie qui si sono scambiate promesse di reciprocità, eleggendo il sarcofago a simbolo degli innamorati. Oggi non è più così. Luci spente su uno dei monumenti culturali più prestigiosi del comprensorio altirpino

“Forte come la Morte è L’Amore” recita il Cantico dei Cantici che è stato ripreso dai frati franscani che custodiscono il monumento. Il sarcofago di Diego Cavaniglia, realizzato dallo scultore Jacopo della Pila per volere della vedova, è uno dei più autorevoli e illustri monumenti altirpini.

Ma contrariamente a quanto accaduto per la giornea del celebre cavaliere, sequestrata nel museo chiuso dalla soprintendenza, il monumento degli innamorati che dimora nei locali delle sagrestia ed è visitabile al pubblico. In passato è stato attenzionato dal Fai e ha impegnato concorsi scolastici per diverso tempo, come celebrazione dell’amore assoluto e della fedeltà del legame nel tempo.

Oggi nessuna coppia usa recarsi davanti al monumento per celebrare il 14 febbraio. E la storia di Diego Cavaniglia e Margherita Orsini è sconosciuta ai più. Nessuno ha vivificato la vicenda del cavaliere che morì a soli 28 anni e la contessa vedova, nonostante fosse stata costretta a risposarsi per ragioni di stato, chiese di essere sepolta accanto al primo marito, ai piedi del suo sarcofago.

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