IL CORSIVO – L’Ucraina svenduta a Putin. E poi?
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Come finirà la “tragedia” dell’Ucraina dopo la lunga telefonata Trump-Putin? Esattamente come sia naturale attendersi dopo che di fatto l’Europa e in pratica l’intero Occidente hanno cinicamente abbandonato quel Paese al proprio destino. Abbandonato grazie a Trump, che ha ormai detto chiaro e tondo che a lui interessa solo il benessere degli Stati Uniti; grazie ai pacifisti a senso unico di casa nostra che si sono inchinati a Putin e chissà perché; grazie a una Sinistra ubriaca di ideologia e miope di realismo; grazie alla viltà di indegni statisti che hanno fatto e continuano a fare buon viso a cattivo gioco solo per conto dei propri interessi; dulcis in fundo – spiace dirlo ma è così – anche grazie a un Papa che in questa vicenda criminale ha optato per un eccesso d’incomprensibile equilibrismo.
Finirà esattamente come molti temevano: Putin otterrà le terre ucraine che desidera, otterrà che l’Ucraina non entri nella Nato, otterrà che Zelensky scompaia preferibilmente ucciso, otterrà che d’ora in poi tutti di fatto s’inchinino davanti alle minacce della Grande Madre Russia.
È sufficiente leggere (soprattutto tra le righe) la dichiarazione di ieri del ministro russo degli Affari Esteri – Sergej Viktorovic Lavrov – per capire che il finale della tragedia Ucraina è quello testé anticipato.
Ecco cosa ha detto Lavrov (secondo la versione riportata da la Repubblica on line di ieri e che letteralmente riproponiamo per voi): Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato “educato” con il leader del Cremlino Vladimir Putin e il modo in cui si è svolto il colloquio telefonico tra i due “è una dimostrazione di come dovrebbe avvenire il dialogo con la Russia”. Così il ministro degli Esteri russo ha commentato con la Cnn la telefonata tra “due persone ben educate e istruite”. Il buon esito del colloquio, ha aggiunto Lavrov, è anche “una dimostrazione di quanto lo staff dell’Amministrazione Biden, guidata dal loro Presidente, e i loro satelliti europei abbiano abbandonato il dialogo e la diplomazia come metodo di comunicazione con il mondo esterno, optando invece per le minacce”.
Capito come stanno le cose alla fine? Loro – Putin e compagni oligarchi e stramiliardari – invadono il territorio di uno Stato sovrano, provocano (fino ad ora) oltre un milione di morti nei due schieramenti avversari e danni materiali ingenti nel Paese aggredito, minacciano di usare le armi nucleari (lo hanno fatto ripetutamente) contro chi si oppone alle loro mire imperialiste, ed ora da boia senza scrupoli tentano di passare per vittime, perdippiù pretendendo di dare agli altri lezioni di civiltà.
Sta finendo com’era largamente prevedibile che finisse: l’Ucraina svenduta a Putin dal Presidente degli Stati Uniti, gran parte dell’Europa ormai sempre più tendente al silenzio-assenso sull’operazione Trump, il rischio crescente che dopodomani lo Zar di Russia si svegli con il fischio all’orecchio e invada un Paese europeo, magari scelto sfogliando una margherita: questo sì, l’altro più in là, il resto si vedrà.
Complimenti a tutti. Soprattutto, però, ai pacifisti tanto al quintale di casa nostra (politici, fanatici religiosi, opinionisti egolatri, giornalisti per caso), una varia umanità che non è stata capace, e ancora non lo sé, di distinguere tra aggressori e aggrediti: è qui, solo qui, la chiave per volere, anzi pretendere, una Pace Giusta, costi quel che costi, se davvero vogliamo che non accada più ciò che è accaduto all’incolpevole Ucraina.
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