IL CORSIVO – Quelle “bruschette” agli scolari di Montevarchi

Avete letto la notizia sul Corsera on line di ieri su quanto accaduto (e tuttora accade) nella civilissima cittadina di Montevarchi in provincia di Arezzo?
In breve. Grazie al comunicato stampa del Pd locale, si è appreso che, per disposizione dell’Amministrazione comunale, ai bambini delle elementari i cui genitori sono morosi con la mensa scolastica viene servito a pranzo solo pane abbrustolito cosparso d’olio. Insomma una bruschetta.
Fake news del gruppo consiliare dem che qui è all’opposizione? Macché! È tutto vero, e la conferma arriva dall’assessore competente, Sandra Nocentini. La quale a domanda del cronista risponde: “Sì, è così. È un provvedimento scattato la scorsa settimana”.
La versione viene ribadita dalla sindaca di centrodestra, Silvia Chiassai Martini, che aggiunge benzina al fuoco d’una vicenda decisamente scandalosa. Dice: “Mi meraviglio che ci si meravigli. Sono sette anni che è in vigore il regolamento delle mense. Qualcuno forse l‘ha scoperto solo ora? Prima, ai tempi del centrosinistra, era anche peggio, perché era prevista la sospensione dei pasti per i bimbi delle famiglie morose, adesso almeno gli diamo la fettunta (bruschetta con olio, ndr)”.
Ora, provate a far capire a un bambino dai 6 ai 10 anni di quella mensa, di quella scuola, che mentre la stragrande maggioranza dei compagni mangiano primo, secondo e frutta, lui e altri pochi sventurati devono sottostare alla “punizione” della bruschetta. Provate a far capire loro il “senso” più che il significato della parola “morosità”. Provate a far capire anche che la colpa è dei genitori che non pagano, e che il “regolamento” è in vigore da ben sette anni e bla bla bla. Ma davvero qualcuno può immaginare che quei bambini si facciano una ragione del perché, un qualsiasi perché, siano stati messi a pane e olio?
Al di là di chi siano i torti, la cosa che desta, non meraviglia, bensì scandalo – vorremmo dire alla Signora Sindaca di Montevarchi – è che in questa vicenda non abbiano ancora messo becco l’autorità scolastica e la stessa magistratura penale per maltrattamento di minori. Perché sarebbe compatibile con il regolamento negare del tutto il servizio mensa “causa morosità”; ma giammai “punire” quei bambini innocenti mettendoli “a pane e olio”, variante di “pane e acqua”, ovvero la punizione carceraria durissima che una volta era riservata ai detenuti che avevano comportamenti inappropriati.
Dovrà convenire, la Signora Sindaca, che sia sul piano morale che fattuale, è un provvedimento di gran lunga più corretto e umano la sospensione dei pasti decisa dalla precedente amministrazione rispetto all’elemosina della bruschetta concessa dall’attuale giunta. E qui non c’entra la retorica stantia d’essere di centro, di destra o di sinistra. Qui c’entrano soltanto la “sensibilità” e la “responsabilità” di chi amministra di fronte a problemi che riguardano “bambini”. O no, Signora Sindaca?

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