Medici a contratto nelle case e negli ospedali di comunità. È in arrivo il decreto

Dal primo gennaio i medici di medicina generale possono già lavorare da autonomi nelle case e negli ospedali di comunità in base al nuovo contratto, ma non ci sono ancora le coperture finanziarie. È in arrivo un decreto per assumerli alle dipendenze dello Stato

Mentre il programma edilizio della medicina territoriale in Irpinia e in Campania è ormai appaltato e le progettazioni esecutive sono in corso in vista della prossima apertura dei cantieri, serve una soluzione per reperire ma anche pagare il personale. Il problema rappresenta una pre-condizione per rendere efficace l’intero programma su tutto il territorio nazionale, già costato oltre 2 miliardi di euro garantiti dal PNRR Salute nelle diverse regioni, che peraltro hanno dovuto integrare le risorse con fondi propri. Una delle soluzioni possibili è sul tavolo del Ministro Orazio Schillaci, al lavoro su una riforma che dovrebbe consentire di individuare anche i soldi necessari. Se dal primo gennaio i medici di medicina generale possono già lavorare da autonomi nelle case e negli ospedali di comunità in base al nuovo contratto, per invogliarli a farlo il Ministro punta ad assumerli. È allo studio un decreto per porli alle dirette dipendenze dello Stato attraverso un impegno settimanale strutturato di 38 ore settimanali: 18 presso le case e gli ospedali di comunità e per altre 20 nell’attività ordinaria a ciclo di scelta come medici di base. Un decreto portare i professionisti alle dipendenze dello Stato è in fase di studio, come hanno riportato i media nazionali in questi giorni. Il dossier delle Case e degli ospedali di viene considerato fondamentale dal Ministero e dal Governo, così come dalle Regioni, perché offrono ai pazienti strutture polivalenti dove ricevere assistenza primaria e specialistica, esami diagnostici, screening, vaccini e prelievi, ma anche ricovero breve e cure a bassa intensità, con l’obiettivo di ridurre gli accessi nei pronto soccorso.

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