IL CORSIVO – Il “coniglio” di Schlein e il vattelapesca di Meloni
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Eh sì, va sempre più male con il linguaggio politico-istituzionale! E ciò indipendentemente dal luogo in cui si parla: dalla strada al bar, in Tv e in Parlamento, la libertà d’insulto non conosce limiti, giusto a riprova che al peggio non c’è mai fine.
Prendete l’esempio più recente, quello di ieri a Montecitorio durante il dibattito sul caso Almasri. Nel suo intervento, l’onorevole deputata e segretaria del Pd, Elly Schlein, la stessa che un giorno sì e l’altro pure sottolinea (giustamente) la sacralità delle istituzioni, ha detto: “Meloni ha mandato i suoi ministri in Aula, un atteggiamento da presidente del coniglio, non del Consiglio. Scappa dalle sue responsabilità”.
Cosa dire, a parte che i due ministri Nordio e Piantedosi non sono stati “mandati” ma in aula ci sono “andati” perché spettavano a loro le comunicazioni sul caso in esame?
Più che dire c’è da scommettere. E allora, scommettiamo che di questo passo – se la Meloni risponde da par suo alla Schlein e a sua volta la Schlein controreplica a Meloni, dal “coniglio” di ieri si passerà a parlare delle “conigliette di Playboy”?
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