Una petizione per dire no al trasferimento del mercato a Cardito. Il “Caso” diventa politico

L'iniziativa è stata messa in campo dall'Unione Commercianti Arianesi. No al trasferimento anche da Forza Italia e Azione. Le minoranze : le istituzioni non sono una proprietà privata

Una petizione che potrà essere sottoscritta nei negozi del centro storico di Ariano. Per dire no al trasferimento del mercato infrasettimanale a Cardito l’Unione Commercianti Arianesi  ha  messo in campo una raccolta di firme . Ci vediamo costretti a rivolgerci a tutti i cittadini, si legge nel comunicato diramato nelle ultime ore,  per mettere in risalto la poca correttezza  del sindaco Franza e dei suoi assessori che pensano di gestire la cosa pubblica come una proprietà privata.

Ma il caso “Mercato” è diventato un caso politico. Contrarietà alla scelta dell’amministrazione è stata espressa da Forza Italia e da Azione. Quest’ultima , sempre in un comunicato diramato nelle ultime ore, sottolinea i disagi, sul fronte del traffico,  che il trasferimento del mercato comporterà per il già martoriato rione Cardito. Secondo  Azione  si rischia  il fallimento di questa storica attività. E poi l’affondo  : anticipando tuttavia le risposte e gli interventi  che seguiranno  a questo e ad altri comunicati da parte degli amministratori , i quali ci hanno abituati ad assistere all’autocommiserazione, al vittimismo  e all’aria di sufficienza con cui  trattano le opposizioni politiche , riteniamo di dover specificare  di non credere in maniera tassativa alla temporaneità del trasferimento del mercato settimanale .

Le minoranze consiliari hanno fatto richiesta di un consiglio comunale  prima del trasferimento del mercato a Cardito, essendo questo tema argomento da trattare in quella sede. Denunciano inoltre  l’ assenza di interlocuzione con i diretti interessati, le forze politiche e le organizzazioni di categoria e dunque l’adozione di una procedura di  dubbia legittimità.  Le istituzioni, conclude la nota, fino a prova contraria non sono ancora diventate proprietà privata di nessuno.

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