IL CORSIVO – La riforma dei medici di famiglia
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Corriere della Sera on line del 3 febbraio 2025, rubrica “Dataroom” curata da Milena Gabanelli e Simona Ravizza. La notizia è la bozza di riforma – documento in anteprima – che “cambia il rapporto dei medici di famiglia con il Servizio sanitario nazionale”.
Gabanelli e Ravizza ricordano che attualmente “i medici di medicina generale sono lavoratori autonomi, pagati dal Servizio sanitario nazionale, e possono organizzare il loro tempo e le modalità di lavoro come meglio credono”. Se la riforma ancora in bozza andrà in porto, cambierà tutto: una rivoluzione destinata a proporre un profilo completamente diverso dei medici di base. L’impianto legislativo, infatti, prevede che essi diventino dipendenti del Servizio sanitario nazionale, in buona sostanza come gli ospedalieri.
“È un passaggio epocale – annotano Gabanelli e Ravizza – considerato indispensabile a far funzionare le 1.350 Case della Comunità messe in piedi con i 2 miliardi del Pnrr”.
Per tutti i dettagli si rinvia al Dataroom del 3 febbraio. Qui e per ora, cosa dire? Questa riforma è decisamente importante e urgente. E sul piano teorico appare pensata e articolata con sapienza. Tuttavia, come tante altre buone riforme, il vero problema è attuarle in maniera appropriata, interamente e non a metà. Nella fattispecie, il rischio che si corre – parafrasando un vecchio saggio – è che il medico di base si ritrovi impiegato a mezzo servizio e il malato… muoia.
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