La Regione Campania rivoluziona la Rete dei Trapianti per rilanciare la donazione
La Campania come gran parte del Sud, è indietro nella donazione di organi e tessuti, anche per la forte opposizione dichiarata dai cittadini presso gli Uffici Anagrafe. Con la nuova Rete Trapianti la Regione punta a raddoppiare in 3 anni gli espianti negli ospedali, tra i quali Avellino, Solofra, Ariano Irpino e Sant’Angelo dei Lombardi
Secondo i dati ministeriali, nel 2023 in Italia quasi 8mila persone erano in attesa del trapianto per fegato, cuore, polmone, rene ad esempio, in lieve flessione rispetto all’anno precedente grazie all’aumento delle donazioni nel Centro-Nord, in particolare in Emilia Romagna, Toscana e Valle d’Aosta. Si è parlato di un vero e proprio boom in quelle regioni, che però non basta. Se non si entra nella lista dell’urgenza, che va dalle 2 settimane per un polmone a meno di un giorno per il fegato, i tempi sono lunghissimi: servono da 21 mesi a 3 anni per un rene – che assorbe la stragrande parte della domanda -, dagli 11 mesi a oltre 5 anni per il pancreas, da 9,7 mesi a 3 anni e 7 mesi per un cuore. Come gran parte del Sud, è indietro nella donazione di organi e tessuti la Campania, dove pesa la opposizione dichiarata dai cittadini presso gli Uffici anagrafici. Per ovviare a questo ritardo, sulla scia degli indirizzi nazionali varati fin dal 2019, la Regione Campania ha appena pubblicato un provvedimento con cui riorganizza la Rete Trapianti, puntando a raddoppiare in 3 anni gli espianti negli ospedali delle cinque province, tra i quali in Irpinia i plessi del Moscati ad Avellino e Solofra, e i presìdi dell’Asl ad Ariano e Sant’Angelo dei Lombardi. Presso le due aziende saranno attivati Coordinamenti Ospedalieri, Aziendali, di Presidio e di Base, con il compito di favorire le donazioni anche ‘a cuore fermo’ che si aggiungono all’espianto da persone la cui morte è accertata con criteri neurologici. L’obiettivo della nuova organizzazione è ridurre il tasso di opposizione migliorando l’informazione anche nelle scuole, incrementando il numero di donatori, oggi fermo all’8,4 per milione di popolazione ai 20 stabiliti dal Programma Nazionale, passando per la soglia minima nel 2025 di 12,5.
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