IL CORSIVO – La ministra Santanchè e l’amico La Russa

“Non mi dimetto e sono tranquilla, anzi tranquillissima…”.
Telenovela Santanchè. La ministra del Turismo, rinviata a giudizio per il caso Visibilia, era stata chiara e netta. E su quella posizione è rimasta anche quando ben oltre mezzo partito di FdI le ha fatto capire che un passo indietro sarebbe stato più che opportuno, forse indispensabile.
“Non mi dimetto”, lei aveva ribadito con la grinta battagliera ch’è sempre stata un tratto distintivo della sua personalità.
Epperò ieri qualcosa è cambiato anche nell’atteggiamento del leader di riferimento di cui ella si fida ciecamente e che considera “un amico che non mi abbandonerà mai”: Ignazio La Russa.
Causa scatenante del cambiamento di umore del presidente del Senato, la sentenza della Cassazione che ha deciso di mantenere incardinato a Milano l’altro processo a carico della ministra, quello relativo al mancato versamento dei contributi durante il periodo Covid.
Ad una domanda dei giornalisti, La Russa ha risposto: “Credo che Daniela valuti anche questo (la sentenza della Cassazione, ndr). Però non l’ho sentita. Non ci ho ragionato. Però certamente anche questo è un elemento di valutazione. Se cambia qualcosa? È un elemento di valutazione, ripeto”.
Cosa dire? Anche l’Amico La Russa – come aveva già fatto la Premier senza attendere la Cassazione – ha parlato poco ma chiaro, chiarissimo. Adesso, solo se non vuole capire, la ministra non capisce: la presidente del Consiglio, il presidente del Senato, il partito di FdI le stanno dicendo – molto educatamente – che deve dimettersi.

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