IL CORSIVO – Ruotolo, il terzo mandato e il vero avversario del Pd

Replicando al sindaco di Milano Giuseppe Sala, secondo cui la posizione del Pd sul terzo mandato è antistorica, l’eurodeputato Sandro Ruotolo (segreteria nazionale Partito Democratico) ha detto: “Per noi la questione del terzo mandato non è antistorica, ma è proprio superata, è archiviata, è il passato, è inutile tornarci sopra. Dieci anni sono già troppi. I governatori sostengono di non riuscire a concludere il lavoro che hanno iniziato. Viene in mente lo slogan di quella vecchia pubblicità per la quale non si può interrompere un’emozione. Ma come, non bastano dieci anni? Allora non basta nemmeno tutta la vita. Non è una questione di De Luca o di Zaia. C’è un tema di ricambio della classe dirigente. Quindi archiviamo la discussione, andiamo avanti, andiamo a costruire l’alternativa al governo di destra. Anche in Campania il nostro avversario sarà il candidato della destra, abbiamo bisogno di costruire una coalizione per vincere”.
Cosa dire? Intanto che l’onorevole Ruotolo, giornalista d’inchiesta prestato alla politica, parla più come un politico di lungo corso – naturalmente militante di sinistra, quindi custode a modo suo della verità rivelata – prestato al giornalismo d’assalto.
La prima verità dispensata é che la questione terzo mandato è il passato. Probabilmente ignora che, fatta eccezione del Portogallo, l’Italia è l’unico Paese europeo in cui vige questa scemenza del limite ai mandati, per di più applicato solo ai presidenti di Regione e ai sindaci di comuni superiori a 15 mila abitanti. Abbiamo Presidenti della Repubblica, deputati e senatori che possono essere eletti una vita di volte, politici e non politici che possono essere nominati anch’essi presidenti del Consiglio o ministri o sottosegretari finché campano e consecutivamente. Epperó i presidenti di Regione e i succitati sindaci non possono andare oltre i due mandati consecutivi, perché sennò – secondo i Ruotolo di destra e di sinistra – accumulano troppo potere e c’è il rischio che si vendano a pezzi le regioni e i comuni.
La seconda verità svelata dell’onorevole ex giornalista é che il terzo mandato “non è una questione di De Luca o di Zaia”, ma “c’è un tema di ricambio della classe dirigente”. Ergo, la classe dirigente politica italiana è costituita esclusivamente dai presidenti di Regione e dai soliti succitati sindaci. Deputati e senatori che tra Montecitorio e Palazzo Madama hanno cresciuto figli dalla nascita alla terza laurea e poi hanno continuato con i nipoti e perfino con qualche pronipote, per quelli lì non c’è il tema di ricambio della classe dirigente.
A prescindere: nella “fisiologia” del ricambio di classe dirigente, gli elettori, ossia i principali attori protagonisti della Democrazia, almeno un ruolo piccolo-piccolo ce l’hanno o contano zero secondo il Vangelo di Ruotolo?
Il Vangelo. L’eurodeputato – che un tempo, da cronista di nera e giudiziaria anticipava le sentenze di Cassazione, invero senza azzeccarne granché, ed oggi sul terzo mandato anticipa la Consulta – ironizza su cose molto serie rinviando allo slogan d’una pubblicità. In compenso, ha assunto con estremo rigore una terza verità rinvenibile, appunto, nel Vangelo: “Gli ultimi saranno i primi”. Epperò qui l’onorevole Ruotolo ha grossolanamente sbagliato a interpretare. Lui nel Pd ci é arrivato, non tra gli ultimi, ma addirittura tra gli “ultimissimi, peraltro non per elezione ma per iscrizione, e già pontifica e sputa sentenze da “primo” (“primissimo”) della classe, appunto, contro chi in quel partito e tra le sue antiche radici ci é nato e cresciuto. Sbaglia ad interpretare, l’onorevole, perché gli “ultimi”, nella Parola di Nostro Signore, sono gli “umili”, non i prepotenti e arroganti. E comunque gli “ultimi” saranno i “primi” nel Regno dei Cieli, per chi ci crede, non in un partito politico, ancorché democratico, come ostenta l’onorevole, manco stesse dettando, borioso, l’undicesimo comandamento sul terzo mandato.
La quarta verità, impudente quanto imprudente, Ruotolo la rassegna nel finale dalla sommità del suo Sinai: “Anche in Campania il nostro avversario sarà il candidato della destra, abbiamo bisogno di costruire una coalizione per vincere”.
Ancora qui, e in conclusione, cosa dire? Semplice, scontato: attenzione agli “ultimi” arrivati nel Pd che confondono il Vangelo con il proprio diario autocelebrativo e si spacciano per “primi”, anzi “primissimi” della sapienza politica. Forse l’onorevole Ruotolo si è distratto un po’, ha smarrito il senso della realtà: ignora o fa finta di ignorare, che in Campania il vero avversario del Pd è il Pd stesso. Il candidato della destra sarebbe soltanto una formale comparsa, dovere di testimonianza se il Pd ricominciasse a ragionare con il cervello ben sistemato nella testa e non già nelle scarpe.

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