L’ASI Avellino affida la depurazione industriale per un anno con i lavori sugli impianti
Il Consorzio ASI di Avellino passa alla seconda fase del piano per il rilancio dei servizi di depurazione nelle 13 aree industriali irpine, dopo la liquidazione della partecipata Asidep. Sono scaduti oggi i termini per l’appalto, che sostituirà la gestione provvisoria e realizzerà anche i lavori di adeguamento finanziati dalla Regione Campania
La depurazione industriale irpina prova ad uscire dalla lunga fase emergenziale, dopo la liquidazione della partecipata Asidep, che ha lasciato aperta la vertenza dei lavoratori in cassa integrazione. Il Consorzio ASI di Avellino passa alla seconda fase del piano per il rilancio dei servizi nelle 13 aree industriali irpine con l’affidamento di un appalto da 1 milione e 700mila euro, che sostituirà la gestione provvisoria affidata dal giugno dello scorso anno alla società De Vizia. Sono scaduti oggi i termini per la presentazione delle offerte, nell’ambito di un bando che assegna per un anno la gestione tecnico-operativa degli impianti e delle opere idriche, ma non solo. Il gestore provvisorio che risulterà dalla procedura di gara realizzerà anche i lavori di adeguamento alle nuove prescrizioni normative (BAT) per il trattamento rifiuti liquidi finanziati dalla Regione Campania. Una volta completate, le opere garantiranno in tutte le aree industriali un migliore standard di protezione dell’ambiente, riducendo i livelli di emissioni inquinanti, ottimizzando le materie prime utilizzate nel processo. Il cronoprogramma fissa per il 10 febbraio l’affidamento dell’appalto, con cui il Consorzio punta a guadagnare il tempo necessario a realizzare la gestione definitiva con un project financing, che dovrebbe recuperare al lavoro gran parte del personale al momento sottoposto agli ammortizzatori sociali. Nel frattempo, il Comitato Direttivo ha approvato in attivo il Piano Economico Finanziario, che ora passa all’esame del Consiglio Generale. I grandi investimenti garantiti dal PNRR e dal Programma regionale di edilizia ospedaliera stanno qualificando con tecnologie avanzate, intelligenza artificiale e infrastrutture digitali una sanità pubblica messa a rischio drammaticamente dalla carenza di personale medico. Il problema oramai endemico su tutto il territorio nazionale, si acuisce in Irpinia, dove soprattutto l’ASL di Avellino non riesce a reclutare le risorse professionali ritenute necessarie per le sue strutture territoriali. Clamoroso il caso dei concorsi banditi senza esito a fine anno per 23 posti di medico con contratto a otto mesi in varie discipline, da chirurgia generale a ematologia e geriatria, da ginecologia a medicina d’urgenza e trasfusionale, a neurologia, neuropsichiatria infantile e oncologia. Il bando è stato riproposto, mentre sono in corso altre procedure di reclutamento per assunzioni a tempo indeterminato per un endocrinologo, ma anche per 10 infermieri, 9 operatori tecnici, tra gli altri. In questo scenario, l’Asl di Avellino è costretta a trattenere o richiamare in servizio personale in pensione con contratti a termine in base alle opportunità offerte dalle normative. Sull’altro fronte l’Azienda Ospedaliera Moscati affronta il problema della sanità italiana pubblica riaprendo i termini per stabilizzare i precari in forza al 31 dicembre 2024, capitalizzando così risorse professionali che ha contribuito
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