IL CORSIVO – Pellegrino Capaldo, Sabino Cassese e… l’Autonomia differenziata

La scomparsa di Pellegrino Capaldo, un irpino decisamente illustre senza nemmeno l’ombra di un se e di un ma.
Tutte sincere e ragionate le testimonianze che ne hanno esaltato le qualità di accademico di rara finezza culturale e il profilo umano di straordinaria sensibilità sociale.
Tra le firme di fama nazionale c’è quella di un’altra eccellenza universitaria irpina, perdippiù anch’ella originaria di Atripalda: il Professor Sabino Cassese, già ministro della Funzione Pubblica nel governo Ciampi e già membro della Corte Costituzionale.
Ricordando Capaldo, Cassese ha detto tra l’altro: “Con la sua scomparsa l’Italia si priva non solo di uno dei maggiori studiosi di economia aziendale, ma anche di uno dei più apprezzati maestri di quella disciplina nonché di quello che chiamerei un architetto di formule aziendali, che ha svolto un’attività preziosa nel mondo industriale e principalmente bancario”.
Parole vere e sagge. Peccato che il ministro Calderoli, nella sua opera missionaria a favore del Nord e a danno del Sud – meglio conosciuta come “Legge Porcata dell’Autonomia Differenziata”-, peccato, dicevamo, che il ministro leghista non abbia chiamato Capaldo, invece di Cassese, a presiedere l’importantissimo comitato Lep della succitata abominevole Riforma. Pellegrino, non già Sabino, sì che avrebbe saputo difendere gli interessi del Sud mantenendo alta, con coraggio ed orgoglio, la bandiera delle inestirpabili radici irpine, in rappresentanza dei sacrosanti diritti negati dell’intero Mezzogiorno d’Italia.

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