IL CORSIVO – Matteo Salvini e le case chiuse
Non pago dell’attivismo politico improduttivo del 2024 – costato, peraltro, significative sconfitte elettorali e crolli nei sondaggi, Matteo Salvini ha voluto cominciare il 2025 con una proposta per niente originale ma che comunque tira sempre: ha detto che sarebbe giusto e utile riaprire le “case chiuse”.
Su questa sortita del ministro, vicepremier e capo della Lega si è scatenata la fantasia interpretativa sui social intorno alla domanda: “Ma cosa avrà voluto davvero dire?”.
C’è chi ha immaginato che voglia spingere per la “riapertura”, d’accordo con il ministro dell’Economia, il leghista Giorgetti, e perfino con la Premier Meloni, per tassare le prestazioni – aliquota non inferiore al 50 per cento – e recuperare così parte consistente di quanto si perde chiudendo volentieri gli occhi sugli evasori fiscali. E c’è addirittura chi ha voluto maliziosamente insinuare che è in crisi di astinenza.
Fantasie, invidiosi, malpensanti. L’interpretazione autentica è di una semplicità disarmante: in un raro momento di riflessione critica sulla sua presenza in politica, Salvini ha voluto coscientemente riconoscere che – con lui al governo – l’Italia è destinata… ad andare a puttane.
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