IL CORSIVO – Salvini assolto, Schlein e Conte si arrampicano sugli specchi

Dopo il proscioglimento da ogni ipotesi di reato del Senatore Matteo Renzi e di tutti gli altri indagati nell’inchiesta Open, un altro Pubblico ministero viene clamorosamente bocciato dai giudici: è il Pm che aveva indagato, ottenuto il rinvio a giudizio e chiesto ben sei anni di carcere per Matteo Salvini nel processo Open Arms. Il ministro è stato assolto perché, addirittura, il fatto non sussiste. Due magistrati decisamente accaniti nelle accuse a due politici, due sconfitte che legittimano qualche interrogativo imbarazzante.
Il commento di Salvini sul proprio caso: “Se un uomo non prende rischio per le sue idee, o non valgono le sue idee o non vale lui”.
Il ragionamento fila. E per stare ai fatti, stavolta ha ragione lui senza e senza ma. Così come ha ragione piena Matteo Renzi – massacrato da un Pm per cinque anni – quando dice che, a differenza di tutti i comuni mortali, quel Pm non paga per gli errori commessi.
Hanno invece perso una buona occasione per mostrare garbo istituzionale e stile politico sia la leader del Pd, Schlein, che il leader del M5S, Conte. Entrambi hanno detto che le sentenze si rispettano, ma subito aggiungendo tanti se e tanti ma da dimostrare che loro, nei fatti, le sentenze le rispettano soltanto quando gli conviene.

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