Oggi l’ultimo saluto a Romualdo Marandino. Lutto cittadino a Sant’Angelo dei Lombardi
Una folla commossa e composta ha reso omaggio ad uno dei più grandi intellettuali del nostro tempo. Una delegazione di studenti del De Sanctis, tanti dirigenti scolastici, accademici e amici hanno partecipato alla cerimonia officiata da Don Tarcisio Gambalonga presso la Chiesa Madre
Una grande luce si è oscurata. Questo è il giorno del lutto e del dolore a Sant’angelo dei Lombardi. Con la scomparsa di Romualdo Marandino non solo il mondo culturale italiano ma anche l’intera comunità perde uno dei più raffinati umanisti e un amico leale.
Questa mattina una folla commossa e compita ha reso l’ultimo saluto al preside illuminato, a colui che Don Tarcisio Gambalonga nell’omelia ha definito “espressione dell’humanitas, uomo di speranza con lo sguardo chi crede nel valore eterno della cultura, di chi tiene vive le radici della storia per assicurare un futuro sicuro ai giovani”.
Il fine intellettuale, l’eccelso latinista, il professore di greco, il padre amorevole, l’uomo giusto, autorevole, carico di valori e ideali è stato ricordato negli interventi degli amici. Da Rodolfo Salzarulo a Giovanni Ferrante, dalla direttrice amministrativa della scuola a Nicola D’Apolito e infine da sua figlia Antonella.
Tanti i dirigenti scolastici presenti in chiesa, Gerardo Vespucci, Federico Magnotta, Cecilia Colombini,Vincenzo Lucido, Pellegrino Garofalo, oltre ad Angelo Meriani decente dell’Università di Salerno, e Tonino D’Oria della Uil Scuola, tra gli altri.
La sindaca Repole ha proclamato per oggi il lutto cittadino, quello che in queste ore attraversa e unisce tutta la comunità. Tra i banchi anche tanti amministratori e una delegazione di studenti del De Sanctis, la scuola che lui ha modellato nei 29 anni di dirigenza. L’eredità del preside Marandino non è soltanto nel Centro Europeo della Latinità, nelle riviste da lui fondate, Da Grammata a Il Risveglio e fino a Civiltà Altirpina, e nelle innumerevoli pubblicazioni.
Marandino è stato custode di grande umanità e oggi lascia in eredità a chi resta e soprattuto a i giovani, la fiaccola accesa della cultura e la speranza di una nuova umanità.
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