IL CORSIVO – “Bisogni” e “meriti”: la Politica dov’è?
Da consigliare – a chi fa politica attiva e a chi di buona politica vuole saperne di più – la lettura integrale dell’intervista raccolta da Walter Veltroni (in versione giornalista) a Claudio Martelli (il più preparato dei “delfini” di Bettino Craxi, ex ministro, qui in versione Pensatore).
Tra le tante domande, ed altrettante risposte, ne abbiamo scelte due per la nostra chiosa.
1) D: “Claudio Martelli ha pubblicato, per la nave di Teseo, un libro dal titolo ‘Il merito, il bisogno e il grande tumulto’. La base è l’importante discorso, per molti versi innovativo, che tenne alla conferenza programmatica di Rimini del 1982. Che cosa ha ancora di attuale quel testo?”.
R: “Rimane l’idea fondamentale che una posizione democratica, io dico anche socialista, non può non fondarsi su quei due pilastri, due coordinate del pensiero e dell’azione in una società evoluta come è quella che abitiamo. Si fa riferimento alla natura umana: tutti abbiamo bisogni e, più o meno, tutti abbiamo anche dei meriti, delle capacità. Quando li ho pensati, questi due termini, erano anche ricchi di un contenuto positivo, costruttivo, due idee forza di sviluppo e equità. E, nel tempo, per me anche due guide, due criteri per giudicare le politiche pubbliche. Hai soddisfatto i bisogni? Hai premiato i meriti?”.
2) D: “Tavares esce con una liquidazione da 100 milioni e i 79 dipendenti della Tasnova non hanno come pagare il mutuo”.
R: “Orribile: spavento e rabbia, suscita una grande rabbia, però non vedo una politica capace di raddrizzare il bastone storto… La rivolta sociale, dice Landini. Allora cominci a fare una rivolta determinata, quella contro Stellantis”.
Fin qui le due domande e le due risposte che abbiamo scelto. Cosa dire in merito, naturalmente, ai “pensieri” di Martelli?
Sul primo, un interrogativo dichiaratamente retorico: nei discorsi e nelle politiche di Meloni, Schlein, Conte, Fratoianni, Renzi, Calenda (e mettiamoci anche Prodi, che è tornato di moda e che proprio “vergine” non pare) avete trovato, in tutta onestà, prevalenti i concetti di “bisogni” e “meriti”? Ritenete che ci siano stati, da parte dei succitati protagonisti delle politiche pubbliche, “pensieri” e “azioni” degni di nota?
Sul secondo, il caso Stellantis. La provocazione di Martelli circa la “scivolata” di Landini sulla “rivolta sociale” non è soltanto appropriata e intelligente. È, a nostro avviso, illuminante, se volete perfino esorcizzante: il capo della Cgil non potrebbe avviare, e invero nemmeno soltanto pensare, una rivolta contro Stellantis, per la banalissima ragione che è stato proprio grazie ai modi accomodanti, se non proprio silenti, della Cgil, e chissà perché, che Stellantis ha potuto fare indisturbata tutto ciò che ha fatto in Italia: ottenere svariati miliardi a fondo perduto dallo Stato, distribuire oltre 23 miliardi di dividendi, mandare sul lastrico in pochi anni diecimila dipendenti, liquidare Tavares con 100 milioni per gli ottimi servizi resi, e chi s’è visto s’è visto.
Non è un caso, ma soltanto merito del bastone (non certo della Cgil), se alla fine – miracolosamente – da che stava per chiudere un po’ di stabilimenti, John Elkann ci ha ripensato un tantino ed ha da poco fatto annunciare che il Gruppo automobilistico investirà subito in Italia due miliardi (sempre poco rispetto a quanto ha avuto), non chiuderà impianti, nessun operaio andrà a casa (sempreché sia tutto vero!).
I commenti sono chiusi.