Lacedonia, il titolare di un’azienda agricola costretto a cedere il terreno per una pala eolica
Due ettari di terreno sacrificati alla pubblica utilità, una torre a 300 metri dall'abitazione, acquedotto divelto, strada dissestata e linea telefonica interrotta. Come se non bastasse Pietro Protano rischia di dover risarcire i danni alla società per avere dilatato i tempi di realizzazione dell'opera. "Sono disperato, nessuno ci ascolta"
Due anni fa, in contrada San Mauro a Lacedonia un’azienda agricola espansa a caseificio e macelleria viene raggiunta da comunicazione di esproprio di un terreno per la costruzione di una pala eolica. E’ un’opera di pubblica utilità e al titolare del terreno, il signor Pietro Protano non resta che aprire le porte della sua casa e accordarsi sull’indennizzo.
Il preliminare dell’accordo raggiunto prevedeva la cessione in fitto di poco più di 1 ettaro di terreno e il versamento di 10 mila euro all’anno per 29 anni. Poi arriva il decreto di esproprio, ma gli ettari confiscati sono due e gli anni di cessione del terreno sono saliti a 32. Non solo.
La pala eolica è a 300 metri dalla sua abitazione e dalle sue attività, in barba a tutte le regole sulle distanze. La strada di accesso alle attività ad oggi è impercorribile e per la costruzione del cavidotto è stato divelto l’acquedotto. Il signor Pietro ha denunciato anche danneggiamenti alla linea enel e diversi smottamenti causati dagli scavi.
Nell’atto di cessione del terreno oggi compare anche una nuova clausola: Pietro è tenuto al risarcimento di eventuali danneggiamenti dell’impianto. Così decide di fermarsi e prendere tempo. Cerca aiuto anche in un legale, ma non ha scelta, o così gli è stato detto. Ad oggi rischia una denuncia per avere rallentato i lavori. La costruzione della torre è un’opera di pubblica utilità e lui è tenuto a perdere tutto.
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