La diga dell’Osento di Monteverde ridotta del 60 per cento: la Capitanata lancia l’allarme sulla crisi idrica
A Monteverde oggi si registrano 968 mila metri cubi di acqua contro i 4,2 milioni censiti appena un anno fa. L’Autorità di Bacino ha aumentato il livello di severità idrica per l’uso potabile da basso a medio, e all’Acquedotto Pugliese ha imposto di ridurre la pressione
Gli invasi fra l’Irpinia, il Molise e la Basilicata si stanno svuotando. Questa volta ad accendere la spia rossa è il consorzio per la bonifica della Capitanata. In provincia di Avellino riflettori puntati sulla diga di San Pietro sull’Osento a Monteverde, che è tra i quattro invasi gestiti da Foggia per l’uso irriguo e che si presentano in secca. Straordinari i numeri rivelati: a Monteverde oggi si registrano 968 mila metri cubi di acqua contro i 4,2 milioni censiti appena un anno fa. La media storica è ridotta del 60 per cento.
L’Autorità di Bacino ha aumentato il livello di severità idrica per l’uso potabile da basso a medio, e all’Acquedotto Pugliese ha imposto di ridurre la pressione. Ma la situazione non migliora e non si escludono ulteriori restrizioni. Si prevede un novembre drammatico, e per questo Acquedotto Pugliese ha varato un piano straordinario di perforazione dei pozzi del Salento. La disponibilità di acqua continua a scendere e preoccupa gli amministratori locali, alle prese quotidianamente con le comunicazioni di Alto Calore, che dispone chiusure notturne.
Oltre all’evidente razionamento adottato nei comuni irpini, si attende la condivisione di un piano che possa andare incontro alle esigenze della popolazione fragile e delle attività commerciali che ovunque lamentano perdite di ricavi. Lo stesso amministratore unico di alto calore Antonello Lenzi aveva annunciato l’impegno di esperti e geologi sul censimento di altre sorgenti da incanalare per rispondere alla grave siccità che sta interessando per la prima volta la provincia di avellino.
Non si tratta soltanto di dover correre ai ripari delle reti e dell’alto livello delle dispersioni, ma dei pozzi sorgivi in secca. Chissà che la questione non possa interessare anche l’ente idrico campano, che nella giornata di domani riesce il comitato esecutivo a Napoli.
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