IL CORSIVO – L’illuminante lezione del Cardinal Ravasi
Il Corriere della Sera di ieri si è impreziosito d’una straordinaria intervista al Cardinale Gianfranco Ravasi, 82 anni, esperto biblista ed ebraista, attuale presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.
È in effetti una intervista-conversazione, magistralmente guidata e raccolta da Aldo Cazzullo: un testo che per la ricchezza di analisi e l’incisività comunicativa andrebbe proposta come approfondimento critico nelle scuole superiori (Solo Dio sa di quanto ce ne sia bisogno). Perché in quel testo, al di là della cornice religiosa e cattolica, appare sorprendentemente attuale la “provocazione” del pensiero politico e sociale di Gesù Cristo, specie nel contesto di ciò che sta accadendo oggi in alcune aree del mondo.
Tra i tanti passaggi del dialogo, ce n’è uno che invita alla riflessione con particolare forza suggestiva. Il Cardinale Ravasi è originario di Brianzolo di Merate; e Cazzullo coglie l’occasione per chiedergli come trova la Milano di oggi.
La risposta: “Una città europea, molto più di Roma. Entrambe vivono l’esperienza della secolarizzazione. Se Cristo tenesse oggi in piazza il discorso delle beatitudini, arriverebbe la Digos a chiedergli i documenti. Eppure l’ultima guida della diocesi di Milano, stampata nel 2018, con l’elenco delle parrocchie e delle associazioni, superava le mille pagine. Saremo minoranza, noi cattolici; ma, a duemila anni dai tempi di Paolo, siamo ancora qui, come una spina nel fianco, a provocare, o come un seme, per usare un’immagine di Gesu’”.
Ecco: riflettiamo su queste parole del Cardinale Ravasi. E proviamo ad immaginare quanti e quali effetti benefici potrebbe produrre oggi un’attività politica non sguaiatamente gridata, non improntata alla demonizzazione dell’avversario, non finalizzata tout court alla conquista e all’uso del potere per il potere, bensì esercitata con la “provocazione” di tante appuntite ma ragionate “spine” nel fianco di chi governa; con tante “idee” sapientemente e pacificamente “seminate” nella complessità del mondo che viviamo in questi tempi.
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