Luci e ombre sul caso dei furti di oro votivo. La suora ha confessato ma i fedeli non ci credono

Potrebbe essere molto di più consistente il bottino trafugato dalla suora finita ai domiciliari. Bocche cucite negli ambienti ecclesiastici. A Bonito la storia non convince

La confessione di suor Bernadette, soprannominata suor Lupin, ed il ritrovamento di parte della refurtiva nella stanza di San Cesareo, luogo in cui il Vescovo, forse insospettito, l’aveva trasferita da qualche mese , sembrano aver chiuso il “caso”. Il bottino potrebbe tuttavia essere superiore a quello riscontrato del valore di 80 mila euro. Bocche cucite nella diocesi. Il vescovo Melillo non parla, ci sono le indagini ancora in corso che potrebbero riservare altre novità. Ma emergono alcuni particolari nel  racconto che non convincono i fedeli e soprattutto chi suor Bernadette la conosceva. Adottata da una famiglia della periferia  arianese  viene descritta come una persona molto affabile, disponibile, tra l’altro affetta da una seria patologia,  quasi impensabile che possa essersi resa protagonista di tale reato e che addirittura abbia potuto  indossare l’oro trafugato. A Bonito  continua il via vai di pellegrini e devoti davanti al Santuario della Madonna della Neve da dove sono partite le indagini ;ci sono incredulità e sgomento ma c’è anche chi non è convinto di questa versione dei fatti che potrebbe nascondere altre verità.

(Intervista a Biagio Grieco)

 

 

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