IL CORSIVO – L’AUSTRIA, SALVINI, TAJANI E IL NEONAZISMO

In Austria ha vinto il Partito della Libertà guidato da Herbert Kickl, una formazione politica di estrema destra ultranazionalista e xenofoba. La Fpo ha vinto ma solo nel senso che è risultato il partito più votato, circa il 26 per cento dei consensi. Altro è la possibilità di aggregare una maggioranza per governare il Paese. Almeno fino ad ora, i Popolari si sono detti indisponibili ad una coalizione con la destra estrema. I Socialisti e i Verdi, ma molto probabilmente anche i Liberali – almeno sul piano politico e logico per le loro posizioni storiche – dovrebbero essere ancora più determinati dei Popolari a non accettare le offerte dell’Fpo.
Si vedrà. Di certo Herbert Kickl non è una figura politicamente rassicurante. Non viene giudicato un carismatico. E – per quanto “sorprendentemente timido”, come lo descrive Paolo Valentino nel profilo di ieri apparso sul Corsera – “… la sua retorica è violenta, i suoi slogan contundenti e incendiari”, attinti come spesso sono “direttamente dal vocabolario nazista”.
Ma veniamo alle reazioni più significative alla vittoria dell’Fpo da parte del centrodestra italiano. Le più significative, a maggior ragione perché di segno opposto, sono quelle del ministro e segretario di Forza Italia e del ministro e leader della Lega.
Antonio Tajani dice: “Credo che in Austria serva una forma di governo a guida popolare che escluda il Partito della Libertà… Bisogna condannare e respingere ogni rigurgito nazista… È da isolare tutto ciò che ci fa pensare a rigurgiti neonazisti: ieri siamo stati con il Presidente Mattarella a Marzabotto e il Presidente tedesco ha chiesto scusa per le stragi naziste”.
Il comunicato ufficiale della Lega, chiaramente inviato per conto del leader Salvini, recita: “Il popolo austriaco ha votato e ha premiato i nostri amici e alleati, una giornata storica nel nome del cambiamento. A chi parla di estrema destra ricordiamo che a Vienna (come quasi in tutta Europa) di estremo c’è solo la voglia di cambiare rimettendo al centro i valori del lavoro, della famiglia e della sicurezza”.
Evidentemente non pago del comunicato, e probabilmente per replicare a Tajani, pur senza nominarlo, nel pomeriggio di ieri Salvini non ha resistito alla tentazione di esporsi in prima persona. E ha detto: “Stamattina qualcuno parlava di nazismo: o c’è qualcuno che dorme male o che mangia pesante, perché non penso che ci sia l’allarme neonazista in Francia, in Germania, in Austria o in Olanda. Quando i cittadini votano bisogna rispettare il voto popolare. Se gli austriaci hanno deciso che il primo partito fosse il Partito della Libertà, che ha i temi della sicurezza, contrasto all’immigrazione clandestina, della difesa del lavoro e della famiglia fra le loro priorità, vuol dire che così la pensano gli austriaci. Saranno a Pontida e nessuno si offenda”.
Una nostra chiosa? Nel centrodestra italiano, almeno nell’area Lega-Forza Italia, il dibattito sul rischio di rigurgiti neonazisti in Austria e in altri Paesi Europei si sta sviluppando a livelli storico-politici decisamente altissimi ma altrettanto incomprensibili.
Un consiglio gratuito ai due ministri: apparirebbero di certo meno tetri e di sicuro più sportivi e simpatici se i loro conflitti storici e politici se li giocassero a Briscola.

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