IL CORSIVO – Campo largo e camposanto mai così sovrapponibili
Le scintille tra Conte e Renzi sul caso Regionali Liguria promettono il rischio altissimo di un grande incendio politico che può propagarsi anche alle Regionali di Emilia-Romagna e Umbria. Ma che, soprattutto, può bruciare le residue speranze di creare la coalizione di campo largo, da più parti indicata come l’unica possibilità di battere la destra: a meno che la destra – come ha saggiamente chiosato Antonio Polito sul Corsera di ieri – non decida di suicidarsi. Una eventualità – ci piace aggiungere – nient’affatto remota, considerato: 1) le troppo frequenti e sempre più intemerate fughe in avanti di Salvini sulla politica estera; 2) l’enigma “discesa in campo oppure no” di Pier Silvio Berlusconi (ormai incubo notturno e diurno della Premier Meloni); 3) l’oggettiva difficoltà per il governo di gestire la fase di grandi tensioni sociali che s’annuncia a causa delle nuove povertà in aumento, della ricchezza sempre peggio distribuita, dell’occupazione in affanno, la competitività europea che si tarda a rilanciare.
A parte l’eventuale suicidio del centrodestra testé ipotizzato, dovuto o voluto che sia, la crisi del campo largo non è più una suggestione ma un dato di fatto che negli ultimi due giorni ha avuto altri riscontri, proprio come conseguenza del caso Liguria. Illuminanti appaiono al riguardo alcune dichiarazioni di Renzi e Conte rilasciate, rispettivamente, nel corso di una intervista al Corriere della Sera (il leader di Italia viva) e nella trasmissione “Accordi e Disaccordi” sul Nove (il leader M5S).
Ecco Renzi: “…Conte mette veti su Iv e usa me per attaccare Schlein: lui vuole indebolire la segretaria Pd. I prossimi mesi diranno se il centrosinistra è guidato dagli appelli di Schlein o dai veti di Conte. A me interessa costruire un’alternativa alla Meloni e Salvini. Il centrodestra ha la maggioranza grazie alle divisioni dell’opposizione, Meloni con il 26 per cento ha avuto una maggioranza schiacciante per la frammentazione della sinistra. L’alternativa si costruisce partendo dai contenuti”.
Ed ecco Conte: “Io ci faccio dieci partite a pallone con Matteo Renzi. Ma la politica non la possiamo fare con lui. Matteo Renzi, pur essendo parlamentare, tenacemente volendo stare in Parlamento, si fa pagare da governi stranieri (le conferenze, ndr). Come potete pensare che noi si possa governare con Matteo Renzi?… Se Elly Schlein vuole Renzi, noi non ci saremo”.
Insomma, più chiaro di così, sia da parte dell’uno che dell’altro, non si può. Con l’aggravante che non è solo il M5S a non volere Renzi nella coalizione. “Alleanza verdi e sinistra” (Avs) lo afferma con il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: “Se si può dire che non vogliamo Renzi nel campo largo? Sì, si può dire. Pensiamo non sia una buona idea. Per vincere le elezioni serve credibilità. Oggi Pd, M5S e Avs sono molto più vicine al centrodestra di quanto lo fossero le sgangherate e frantumate coalizioni del 2022”. E lo afferma l’altro leader di Avs, Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde: “Non vedo un futuro con Renzi. È questione di credibilità”.
Ora la nostra chiosa conclusiva.
Qualcuno – sfugge il nome – ribattezzò per primo “camposanto” l’ammucchiata indistinta del “campo largo”. Forse è ancora presto per dire come finirà. Ma alla luce di quanto sta accadendo – dopo l’abbraccio Schlein-Renzi nel “campo sportivo” della partita del cuore – tutto lascia indovinare che, se ancora perseguito, il percorso intrapreso da Elly “anche” con Matteo porterebbe dritto al cimitero una coalizione troppo allargata, perdippiù a soggetti politici distanti tra loro anni luce per essere (appunto!) credibile.
Come si regolerà alla fine il Pd? Qui la Ragion Politica non dovrebbe ammettere dubbi: a conti fatti, stando agli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto, M5S e Avs insieme dispongono d’un presumibile patrimonio elettorale del 20 per cento, dato dalla somma del 13 e 7 dei rispettivi partiti. Bene che gli possa andare, Italia viva di Renzi raggiungerebbe un 2 e mezzo per cento. Se la matematica non è opinione, e non lo è, non pare che Elly Schlein abbia bisogno di spremersi le meningi.
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