IL CORSIVO – Il miracolo di San Gennaro e… Sangiuliano

C’era proprio tanta gente – ieri mattina nel Duomo a Napoli – per assistere al Miracolo di San Gennaro. C’era, naturalmente, l’Arcivescovo Battaglia. C’erano l’Abate de Gregorio, il sindaco Manfredi e il governatore De Luca. E c’erano – nondimeno – il principe Carlo di Borbone, il principe Emanuele di Savoia e Marisa Laurito: l’unica “regina” di fatto, quest’ultima, ancorché senza aver avuto “Natali nobili e perfetti”, per dirla con ’A Livella’ dell’inarrivabile de Curtis.
A questo punto chiediamo scusa al Santo Patrono di Napoli se nel sacro ci concediamo un pizzico di profano, ossia se la buttiamo bonariamente sul faceto, anche per risollevare il morale dalle brutte notizie che ogni giorno ci arrivano dai troppi fronti di guerra nel mondo, forse malignamente aperti da mani occulte, giusto per ricordarci che in fondo in fondo l’indole umana è rimasta un tantino “caina”, “barbara” se preferite.
Dunque, la versione faceto-politica del Miracolo. La cronaca di ieri mattina ci ha restituito una buonissima notizia, utilizzabile anche come scaramanzia contro la credenza di guai inimmaginabili nel caso di mancato scioglimento del sangue.
È accaduto, infatti, che la liquefazione sia avvenuta perfino in anticipo rispetto al solito: alle 10 in punto, prima della Celebrazione eucaristica nel Duomo. Quest’anno un miracolo con maggiore dispendio di forze? Macché! Ci perdonerà San Gennaro, ma una spiegazione maliziosa noi ce l’avremmo: forse stavolta si è fatto dare un aiutino “liquido” dalla lacrimuccia versata su Rai Uno da Sangiuliano. Il quale era apparso santo di cognome, e santo non è: anche se di nome si chiama pur sempre… Gennaro.

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