IL CORSIVO – La standing ovation di FdI per San Giuliano…

Ha decisamente rappresentato un importante passo avanti, sul terreno dell’impegno partitico, la Conferenza Programmatica per la Campania tenuta da Fratelli d’Italia ad Avellino venerdì e sabato. Per carità, niente di trascendentale nella proposta politica. Tutt’altro. A voler essere spietatamente realistici, la Due Giorni non ha offerto “ragionamenti” tali da comporre un Pensiero strategico definito e chiaro circa il contributo di idee innovative che FdI è pronto a dare al processo generale di sviluppo della Campania. Si è trattato soprattutto del riassunto polemico di tutte le accuse che il partito di Giorgia Meloni rivolge da anni al governatore De Luca. Tuttavia, è stato comunque un tentativo di risveglio dal letargo politico in cui i Fratelli d’Italia della Campania sembrano essersi adagiati praticamente da quando il partito è nato, tant’è che nell’attuale struttura organizzativa permane l’assenza di un segretario, tutto è ancora concentrato nelle mani del commissario Iannone.
Insomma, delle cronache di questa Due Giorni, al netto dei naturalissimi attacchi a De Luca, si ricorderanno essenzialmente due cose.
La prima è l’autocandidatura del viceministro Cirielli a presidente della Regione, in rappresentanza del centrodestra, legittima ambizione rincorsa e dichiarata anche dall’eurodeputato Martusciello, che però è di Forza Italia. L’unica certezza, allo stato dell’arte, è che il braccio di ferro tra i due durerà ancora parecchio, esito imprevedibile.
La seconda cosa è la standing ovation per l’assente Genny Sangiuliano, ministro della Cultura costretto alle dimissioni dalla vicenda Boccia.
Vale la pena riflettere un tantino su questa storia dell’applauso all’impiedi per l’ex titolare della Cultura, un omaggio che si riserva a chi si è distinto, chiaramente in positivo, per fatti d’una certa rilevanza ed interesse pubblico.
La standing ovation è esplosa venerdì tardo pomeriggio, quando il commissario regionale di FdI, senatore Iannone, ha introdotto i lavori della Conferenza. Ha pronunciato il nome di Sangiuliano, definendolo vittima di un non meglio specificato complotto, e poco c’è mancato che ne nobilitasse il sacrificio con l’attribuzione d’assai improbabili stimmate.
È un neo troppo evidente della kermesse di FdI per essere sottaciuto. Ci sono domande da fare forse scontate, ma a questo punto indispensabili. Un breve campionario. Di quali eroiche imprese si è reso protagonista Genny, come lo chiamano gli amici? È per caso tornato nella giuria del Premio Strega, stavolta, però, dopo aver letto le pubblicazioni da giudicare? L’ovazione all’impiedi se la sarà mica meritata per aver riferito pubblicamente della sua “relazione” con la signorina Maria Rosaria Boccia? Se così fosse, sarebbe lecito chiedersi e chiedere che persona è mai – tanto più se si riveste una carica istituzionale tanto importante – uno che tradisce la doverosa, rigorosa riservatezza d’una relazione sentimentale senza aver avuto il preventivo assenso del partner? Suvvia, forse la standing ovation è stata ispirata dalla lacrimuccia, manco tanto furtiva, versata per la moglie durante l’intervista su Rai Uno? Ma ve l’immaginate, andando indietro nel tempo, un Bill Clinton che esce dallo Studio Ovale “abusato”, si fa per dire, assieme alla Lewinsky e che subito dopo, in preda al rimorso, convoca i direttori delle più importanti Tv e comincia a singhiozzare davanti alle telecamere? Chi si sognerebbe mai di dedicargli una standing ovation? Diciamo la verità: tutt’al più fischi e pernacchi!
E invece no: per Genny prima gli abbracci e baci individuali e privati, Poi, ad Avellino, la standing ovation pubblicamente ostentata. Una sfida al buon senso più che un gesto di solidarietà peraltro non dovuta, dati i fatti. La domanda, dunque: è con la standing ovation sull’esempio di Genny che dovrebbe comportarsi una comunità politica che rivendica valori come l’etica dei comportamenti pubblici e privati, la dignità e l’onore nell’esercizio delle cariche istituzionali e via discorrendo? Allora ha ragione De Luca quando dice che il paradigma caro a Meloni “Dio, Patria e Famiglia” va cambiato in “Dio, Patria, Famiglia e Beautiful”?
Ma tant’è: cosa fatta, capo ha! Dobbiamo solo sperare che dopo la standing ovation non si decida di assegnare a Genny anche un meritatissimo riconoscimento. Magari la direzione di tutt’e tre i Tg della Tv di Stato. Così, giusto per poter disporre – all’occorrenza – di più lacrimatoi pubblici in cui sversare i pentimenti privati. E pensare che a spellarsi di più le mani, all’ovazione per Genny, sono stati i ministri e i parlamentari accomodati in prima fila. Quasi a voler dire, a proposito di sesso e potere politico, parafrasando Tinto Brass: “Tranquillo, Gennaro: così facciam tutti!”.

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