L’Irpinia del G7… senz’acqua
Ho appreso la notizia e mi sono detta: ” È davvero sorprendente, l’Irpinia sotto i riflettori di un G7. Un G7 A Mirabella Eclano?!”
Ebbene sì, dal 2 al 4 ottobre Mirabella sarà su tutti i media internazionali.
La prima cosa che ho pensato è stata: “Perché Mirabella?”
Forse perché il nostro attuale ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è di origini irpine e in virtù di ciò il Vertice internazionale, quest’anno sotto presidenza italiana, è stato programmato lì in suo onore? Ci ho quasi preso.
La riflessione sorge spontanea: quale migliore occasione per mettere in risalto un’area interna del nostro Sud.
Dopo il summit di luglio nella location mondana di Borgo Egnazia, sul litorale pugliese, un G7 irpino rappresenta qualcosa di veramente inedito.
A ottobre a Mirabella, in piena atmosfera di inizio autunno, arriveranno i ministri dell’Interno appartenenti ai 7 Paesi membri e il ministro Matteo Piantedosi farà con orgoglio gli onori di “casa Irpinia”, la sua terra di origine.
Terra degna di ospitare un grande evento di risonanza mondiale, fiera di dimostrare competenze organizzative e adeguato senso di ospitalità che si richiedono in una simile occasione.
La macchina operativa è in azione, in particolare il rafforzamento delle infrastrutture e della viabilità della provincia di Avellino, funzionali all’imminente Vertice.
Finalmente una notizia che mette in luce un territorio da far scoprire al resto del mondo. Una parte d’Italia che ha assolutamente bisogno di essere valorizzata e potenziata in un delicato momento storico ed economico, una comunità mossa dal desiderio di cogliere e accogliere opportunità di crescita in tanti settori strategici, turismo in primis.
L’Irpinia rappresenta una realtà ancora poco conosciuta nelle sue specificità, ha bisogno di essere valorizzata a livello nazionale e internazionale. Il suo patrimonio culturale e paesaggistico, le sue tradizioni locali, gli eventi, il folklore, le eccellenze enogastronomiche, meritano di essere offerte ai flussi turistici sempre più alla ricerca di luoghi inediti, di quell’autenticità italiana assaporabile in ogni angolo del nostro Paese.
La Provincia di Avellino, il Comune di Mirabella Eclano, insieme ad alcune fondazioni locali, si stanno dando da fare per promuovere luoghi come gli scavi archeologici di Aeclanum, la Via Appia ( patrimonio dell’umanità), il Santuario di Montevergine ( secondo santuario mariano della Campania) e tutte le iniziative locali e della prossima stagione.
A questo proposito, non stupisce che il ministro dell’Interno Piantedosi abbia scelto la sua terra di origine, non solo per legame affettivo, ma nell’intento di fare conoscere una terra simbolica, evocativa, intensa e ricca di storia.
Nel contesto di queste belle premesse e prospettive, nello scenario “idilliaco” dell’attesa del G7 fatto di cerimonie, meriti, intenti e intenzioni, da mesi anzi, da anni, l’Irpinia vive un’emergenza diventata questione nazionale: la crisi idrica.
Toccata personalmente con mano, si tratta di una crisi estiva senza precedenti. Una serissima situazione di disagio quotidiano per decine di migliaia di cittadini in una stagione tra le più aride degli ultimi decenni.
Notte e giorno, giorno e notte, a intermittenza, una lunga lista di comuni irpini vivono giornalmente una condizione surreale a causa dell’interruzione, anche in orari cruciali, della fornitura dell’elemento basilare alla sopravvivenza.
Chi non ha un proprio pozzo o una vasca di riserva (tantissimi!) vedono messo a repentaglio il sistema ambiente pubblico e privato, oltre alla loro salute.
Ho visto con i miei occhi bambini, mamme e anziani in crisi, contadini e famiglie in condizioni di disagio inaccettabili nel 2024. L’esasperazione è nell’aria, la gente è sfinita ma al tempo stesso rassegnata, offuscata dal disappunto, incapace di individuare una soluzione.
Poi penso: “l’Irpinia è verde. E il verde da dove arriva se non dall’acqua?” Qualcosa non mi torna.
Leggo, mi documento sui media locali: “La gravità della situazione ha richiesto l’intervento del commissario nazionale Nicola Dell’Acqua”.
Wow! Speriamo che il cognome sia di buon auspicio!
E il media prosegue: “La questione è stata al centro di un incontro tenutosi a Roma su iniziativa del sindaco di Ariano Irpino, Enrico Franza, che ha rappresentato numerosi colleghi sindaci della zona”.
Bravo sindaco, grazie!
Continuo la lettura e scopro sorprendentemente che la causa del dramma idrico attualmente in corso sarebbe dovuta a “perdite idriche” delle reti gestite dalla società Alto Calore, azienda pubblica, la quale ha il controllo totale ed esclusivo del servizio idrico in Irpinia.
Un carrozzone politico? Sì.
Quale sarebbe l’entità del danno alle strutture danneggiate/usurate/perforate che disperdono acqua lungo le vecchie condotte arrugginite? Leggo la risposta: “Le perdite idriche attualmente si attestano a un preoccupante 60%, con la maggior parte dell’acqua che si disperde lungo le vecchie condotte”.
Cosa??????? Praticamente un colabrodo.
Siamo messi bene nella verde Irpinia che tra poco ospiterà il super megagalattico G7 a suon di annunci e proclami. Anche questo “piccolo dettaglio” del danno idrico fuori controllo rientra nel biglietto da visita e nella presentazione ufficiale del territorio?
Ma siamo messi ancora peggio, G7 a parte, se i cittadini e i lavoratori come, ad esempio, i medici e gli infermieri, tornano a casa dopo un turno, nel bel mezzo di una giornata torrida, e trovano il rubinetto “muerto”, secco, vuoto.
Continuo la lettura sul media e leggo:
” Finalmente un progetto innovativo per salvaguardare le risorse. Un piano per l’implementazione di un sistema di monitoraggio digitale delle reti idriche che verrà presentato dal commissario Dell’Acqua entro dieci giorni. Il progetto rappresenta un’innovazione significativa nella gestione delle risorse idriche. Attraverso questo sistema sarà possibile rilevare anomalie e intervenire tempestivamente. Con un costo stimato di 20 milioni di euro , il progetto ha ricevuto accoglienza favorevole da tutte le parti coinvolte.”
Che meraviglia!
Proseguo e leggo che il presidente di Alto Calore, Antonello Lenzi, ottimo avvocato civilista in carica solo da cinque mesi, è soddisfatto dell’incontro proficuo. In soli cinque mesi si è dato da fare, da lui non ci si può aspettare più dell’impegno dimostrato allo stato attuale.
Felice anche il sindaco di Ariano Irpino ( diamo a Cesare quel che e di Cesare e lo ringraziamo per aver “mosso le acque”).
Si può quindi affermare che: “La questione della crisi idrica irpina è finalmente sotto l’attenzione del governo nazionale.”
Evviva!
Ma la lettura procede e sul finale dell’articolo in questione viene riportato quanto segue: “Al momento, ovviamente, non è stato ancora deciso nulla, anche perché il commissario non ha poteri esecutivi, ma solo il compito di raccogliere dati, elaborarli e discuterli in cabina di regia”.
Ma come cabina di regia!
La qualità della vita degli irpini, compromessa da una grave emergenza che si ripete da anni e che li sta portando allo stremo, è stata presa in carico da un sistema al momento “non operativo”?
L’operatività non è una “discussione in cabina di regia”. Quanto tempo ci vorrà? Quali sono le previsioni? Numeri, grazie!
Queste parole vaghe, politiche, minano una speranza, quella speranza e quella fiducia che io, insieme agli irpini, nutriamo dal profondo del nostro cuore. Il sindaco di Ariano Irpino ci ha messo cuore e gambe, visto che si è recato a Roma, e lo ringraziamo nuovamente. Il Presidente di Alto Calore ci mette il progetto, ma forza, partiamo!
Ci auguriamo che anche il Ministro Piantedosi ci metta la buona parola, visto che nutre stima per la sua terra. Chissà…
Temo che al momento, l’unica cosa che possiamo sperare è che la Madonna di Montevergine e il Commissario Dell’Acqua (speriamo di nome e di fatto) si incontrino casualmente in qualche percorso alternativo, scambino due parole dal cuore e diano vita ad un miracolo che non abbia bisogno di alcuna regia.
Amen
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