La Regione Campania notifica il ricorso per “illegittimità costituzionale” della legge Calderoli

È stato notificato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il ricorso con il quale la Regione Campania chiede alla Consulta di dichiarare la illegittimità costituzionale della legge Calderoli sull’autonomia differenziata. Il Presidente De Luca sfida il Governo “per l’eguaglianza dei cittadini italiani di fronte alla legge”

La Regione Campania ha notificato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il ricorso con il quale la Regione Campania presenta il ricorso per “illegittimità costituzionale” della legge Calderoli. Rappresentata dal Prof. Francesco Marone, Ordinario di Diritto costituzionale e di giustizia costituzionale presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, in affiancamento all’Avvocatura regionale, l’Amministrazione regionale guidata da Vincenzo De Luca denuncia: “che la legge consente una devoluzione di competenze alle Regioni così ampia ed incontrollata, anche in materie riguardanti diritti fondamentali e servizi di civiltà – come la sanità, la scuola pubblica, la previdenza integrativa, la protezione civile- da minare la stessa sovranità dello Stato e rompere  l’unità nazionale e l’eguaglianza dei cittadini delle diverse aree del Paese. Si rileva che, come autorevolmente affermato dal Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale, Prof. Paolo Maddalena, la legge costituisce  “un enorme pericolo per l’unità giuridica e economica dell’Italia” (P. MADDALENA, L’autonomia regionale differenziata, solidarietà e territori, in Elementi giuridici per difendere la Costituzione Il Sole24 ORE, pag.12); che il ruolo del Parlamento, unico garante dell’unità nazionale e dell’interesse generale,  è del tutto svilito, in favore del Presidente del Consiglio dei Ministri, al quale viene  affidato in esclusiva il potere di limitare l’oggetto delle intese; che, in contrasto con le norme costituzionali, che espressamente  subordinano l’ autonomia differenziata all’attuazione delle misure perequative previste per il superamento dei divari territoriali e  al concreto finanziamento e attuazione  dei LEP, la legge contiene mere affermazioni di principio sulla determinazione dei LEP, come confermato dalla espressa previsione di invarianza finanziaria; che le modalità attuative dell’art.116, comma 3 della Costituzione adottate dalla  legge Calderoli ne tradiscono in realtà lo spirito, in quanto,  invece di consentire un decentramento di funzioni in ottica di snellimento e di efficienza, determinano un sistema iniquo, volto a realizzare non  un progetto  “di autonomia, fattispecie lecita, ma più correttamente di secessione, evento illecito, che si colloca fuori dell’ordinamento costituzionale”, come efficacemente segnalato in sede di audizione sul disegno di legge dalla prof.ssa Giovanna De Minico, ordinaria di diritto costituzionale presso l’Università Federico II di Napoli; che vi è una gravissima violazione del principi di legalità, in quanto la individuazione dei LEP viene affidata al Governo senza predeterminare alcun principio o criterio direttivo, in contrasto con la Costituzione; che si affida l’intesa ad una trattativa con il Governo, mortificando il ruolo delle Conferenze, in violazione del principio di leale collaborazione e impedendo di verificare le ricadute dei singoli percorsi sull’insieme delle Regioni e su tutta la rete delle autonomie locali”. Sulla materia la Campania risulta la prima anche nella raccolta di firme per il referendum abrogativo, che ha ottenuto oltre mezzo milione di adesioni, sufficienti a rendere possibile la consultazione popolare a metà della campagna avviata ad agosto.

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