Autunno caldo in vista per l’Automotive irpino in crisi

Le organizzazioni sindacali guardano con sentimenti contrastanti al futuro dell’automotive in Irpinia, alla vigilia della riapertura dopo la pausa estiva. Speranza e cautela per la Valle Ufita in attesa di logistica e nuova IIA, preoccupazione per Stellantis e il suo indotto in Bassa Irpinia. È arrivato il momento di riunire un tavolo istituzionale sull’industria irpina, spiegano le rappresentanze

Con l’appuntamento a Roma presso il Ministero delle imprese e del Made in Italy il 2 settembre, quando si discuterà il futuro assetto produttivo della Industria Italiana Autobus di Flumeri, si aprirà un mese decisivo per l’automotive dell’Irpinia. Se le organizzazioni sindacali restano e caute sulla situazione della Valle Ufita in attesa di investimenti pubblici annunciati sulla logistica e dei nuovi impegni per la IIA, non nascondono preoccupazione per il resto della provincia. In particolare è la Stellantis di Pratola Serra a creare apprensione, non solo per l’erosione degli organici, che con le uscite incentivate proietta lo stabilimento avellinese sotto la soglia psicologica delle 1.500 unità. È soprattutto l’indotto della ex Fiat al centro dell’attenzione, con particolare riferimento ad una serie di stabilimenti irpini dalla Denso alla Lima Sud. È arrivato il momento di riunire un tavolo istituzionale sull’industria irpina, hanno rilanciato le rappresentanze in queste settimane, valutando il pericolo di una Irpinia industriale a due velocità, con una Valle Ufita spinta dall’intervento statale sulle grandi infrastrutture collegate alla ferrovia veloce e una città di Avellino bloccata con il suo hinterland nel vuoto di nuovi investimenti e il moltiplicarsi delle vertenze

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