IL CORSIVO – L’orsa Kj1 e il senso di colpa di Vivien Triffaux

Vivien Triffaux è il turista francese di 43 anni che il 16 luglio scorso è stato aggredito dall’orsa Kj1 nei boschi del Trentino: l’orsa che poi, per ordine del presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, è stata abbattuta.
Vivien Triffaux ha scritto una lettera al Corriere della Sera che riprendo integralmente – considerato il suo alto valore, etico, morale, pedagogico, politico e sociale – per chi non avesse avuto l’opportunità di leggerla.
Eccola. “Ho appreso martedì di ciò che è accaduto. Anche se so che la decisione di abbattere l’orsa Kj1 non viene da quanto mi è successo, questa notizia, giunta così d’improvviso, mi ha causato una profonda tristezza e un forte senso di colpa. Avrei sperato che fosse possibile trovare dei compromessi per garantire la sicurezza dell’uomo, promuovendo al contempo la conservazione della biodiversità. La preservazione della natura e degli ecosistemi è per me una necessità primordiale. Circa il Trentino, certo che vi tornerò. Questa è la terra di mio nonno materno, la lasciò per emigrare in Francia, correndo poi in bicicletta assieme a Bartali, Coppi e Bobet. Vi sono legatissimo. Ora ho una consapevolezza: so che ho bisogno di un po’ più di tempo per chiarire con me stesso una riflessione, una prospettiva sugli eventi delle ultime settimane. Spero che si creino condizioni pacifiche di dibattito per trovare un’equa convivenza tra gli uomini e le altre specie selvatiche e che si possano adottare misure preventive per limitare gli incontri tra esseri umani e animali. Mi sembra infine importante che si conosca il comportamento da adottare durante questo tipo di incontri, anche se è difficile controllare il proprio comportamento in tali situazioni”.
Cosa dire, se non esprimere un sincero e profondo sentimento di ammirazione per la sensibilità e la ragionata riflessione del turista francese. Ciò che maggiormente colpisce della sua testimonianza è la confessione, resa con grande umiltà, della profonda tristezza che ha pervaso il suo animo alla notizia dell’abbattimento di Kj1, e del senso di colpa che ne è seguito. Colpisce ancor di più, proprio il senso di colpa, perché lo avverte uno che allo stesso tempo è “vittima” dell’incidente e assolutamente incolpevole.
È un atteggiamento agli antipodi di quello tenuto dal presidente della Provincia autonoma di Trento. Sul caso orsi, Fugatti non ha mai nutrito dubbi: vanno abbattuti. Punto. È la proverbiale filosofia della “durezza” d’una certa Lega. Lui, il presidente, si è autoriconosciuto – oltre al sono duro o ce l’ho duro, scelga lui la forma che più gli aggrada – anche l’Onniscienza e l’Onnipotenza, virtù esclusive, fino a prova contraria, del Padreterno. Mai un dubbio. È lui che decide, ogni volta che capita, la morte di un orso. Mai una riflessione. Mai una tristezza al riguardo, né profonda né superficiale. Mai un senso di colpa, nemmeno l’ombra, eppure dovrebbe averne, non foss’altro che almeno per una delle ragioni elencate nella riflessione di Vivien Triffaux.

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