IL CORSIVO – Quanto vale lo scontro Conte-Grillo
Dunque, come promettono cronache e commenti politici di questi giorni, la resa dei conti nel M5S tra il fondatore e garante Beppe Grillo e l’attuale leader (solo per questa volta lo chiamiamo con il diminutivo) Beppe Conte ci sarà a settembre, mese nel quale l’ex Premier vorrà tenere la “costituente” del nuovo Movimento.
Nuovo, appunto. Perché di questo si tratta. Anche se lo bisbiglia, com’è nel suo stile, e non lo grida, il vero obiettivo di Conte è di lavorare sul Dna del partito, per modificarne l’essenza da “democrazia diretta” in “democrazia partecipativa”.
È una volontà di percorso esattamente opposta a quella di Grillo. Il quale ha riaffermato con estrema chiarezza la necessità che il Movimento ritorni alle origini.
Se le cose stanno effettivamente così, e sembra che proprio così stiano, il senso dello scontro tra Grillo e Conte non può essere banalmente bollato come una guerriglia interna ai 5Stelle finalizzata a decidere chi dei due comanda. Il senso politico vero è chi tra i due non è più compatibile con il Movimento, dunque con il futuro prossimo del partito.
La spunta Conte, come lasciano indovinare gli umori che si percepiscono nella comunità grillina? L’attuale leader va a giocarsi le sue chance nel campo largo, e non è detto che non rispolveri il “potere d’interdizione” di memoria craxiana per aggiudicarsi Palazzo Chigi: un M5S anche al dieci per cento sarebbe determinante per la vittoria della coalizione progressista.
La spunta Grillo? Il M5S torna alle origini ma non più con la forza propulsiva che lo portò all’exploit del 2018, niente campo largo naturalmente, Palazzo Chigi ben saldo nelle mani del centrodestra per la prossima legislatura.
Comunque vadano le cose di Conte e Grillo a settembre, l’unica certezza è che gli equilibri politici, almeno nel futuro prossimo, saranno condizionati dalle scelte del Movimento.
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