Quelle stragi di giovani sulle strade

In Irpinia, nel giro di soli tre giorni, sei ventenni sono deceduti in due terribili incidenti stradali, uno dei quali è stato sulla cronaca di tutti i media nazionali, oltre a quelli locali.
Nel primo incidente sono morti due sedicenni di Rotondi. Nel secondo incidente, violentissimo, hanno perso la vita quattro ragazzi stroncati dallo schianto contro un muro al Passo di Mirabella Eclano. La comunità irpina è tutt’ora sotto choc.

Negli stessi giorni, l’Associazione sostenitori della Polizia stradale, tramite ANSA, ha diffuso un comunicato con seguenti dati:
“Il bilancio provvisorio di questo fine settimana conta almeno 28 vittime: 15 motociclisti, 8 automobilisti, due ciclisti, due pedoni e una persona che viaggiava su un furgone. Tra i centauri che hanno perso la vita, uno a Dorgali, in Sardegna, uno vicino ad Imperia, un giovane di 22 anni a Campi Bisenzio (Firenze), un uomo a Latina, un altro vicino a Vasto, uno nel Cosentino e un altro nel Riminese, mentre un ventinovenne è morto sabato mattina a Roma, in piazzale Caravaggio, dopo aver perso il controllo del suo scooter. Incidenti automobilistici mortali sono invece avvenuti anche nel Varesotto e, sempre in provincia di Varese, un automobilista si è schiantato al casello dell’A8, vicino a Gallarate, ed è morto nell’auto in fiamme.”

Ho ascoltato l’intervista del Direttore Franco Genzale, il quale ha incontrato il Preside Di Cecilia, dirigente scolastico di Sturno, paese di provenienza di due dei quattro ragazzi deceduti nel violento impatto di Mirabella.

“Erano ragazzi di buona famiglia e conoscevano il valore della vita”. Queste sono le parole del Preside.

Dalle prime indiscrezioni sembra che l’auto sulla quale viaggiavano i quattro ragazzi, una Mercedes, andasse ad altissima velocità, ben oltre 170 km ora, su una strada con limite di 50 km ora.

Per chi non lo sapesse, la AMG è una versione sportiva potentissima della Mercedes e appartiene alla categoria delle auto top di gamma super performanti .
Top, super, performance, exclusive.
In questo caso, con tutto il dovuto rispetto per il dolore che pervade i familiari e anche noi, andrebbe compreso a caratteri cubitali che questa tipologia di auto “esclusive” è tale perchè deve essere gestita da automobilisti esperti e responsabili.
Queste auto sono delle vere e proprie mine vaganti se affidate a mani sbagliate. Bisogna prenderne atto. E invece vengono percepite come vetture che esprimono, non solo passione, ma anche status, lusso, ostentazione.

Nell’intervista del Direttore Genzale al Preside Di Sturno si cita la questione dell’educazione stradale, ancorché l’importanza del valore della vita e delle emozioni.
Già, le emozioni. Che cosa si intende per emozione? Cosa emoziona oggi un giovane? Cosa cercano, di cosa hanno bisogno i ragazzi per sentirsi forti e realizzati a vent’anni?
Personalmente, non ho la presunzione di affermare cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, di professare o di giudicare, ma sono attratta dall’idea di lanciare un semplice messaggio: famiglie, educatori (ma prima di tutto famiglie), abbiate il coraggio di ascoltare l’anima dei ragazzi, di intercettare tempestivamente il loro disagio. Il disagio, si sa, li guida nella direzione sbagliata. Questi ragazzi attratti dalla potenza della velocità fine a sé stessa, a compensazione di altro, che cosa cercano? Magari non lo scopriremo mai, ma proviamoci.

Aiutiamoli a comprendere che mettersi alla guida di vetture potenti, esclusive e “limited edition” a 20 anni, senza esperienza, senza l’adeguata preparazione, sulle strade di provincia, è un gioco al massacro.
Aiutiamoli a trovare la realizzazione in loro stessi attraverso percorsi adeguati, coerenti, sani e soprattutto impariamo ad avere il coraggio di dire dei sani e santissimi “NO”!

Ragazzi, genitori, educatori, coltivate la passione per le auto potenti e per le moto, l’Italia giustamente è un’eccellenza. Le Ferrari, le Ducati e le Lamborghini ci danno prestigio in tutto il mondo, ma i cavalli di un motore montato su un’auto da strada, e non da pista, non possono essere considerati come il premio per una promozione, un esame, un successo adolescenziale.
Allo stesso modo, un’auto utilitaria non può essere guidata come se fosse un bolide assetato da gara.

Una delle mie attività lavorative di consulenza si svolge nell’ambito del motor sport ai massimi livelli. Collaboro con un team di Formula 2 e Formula 3. Lavoro anche a stretto contatto con i piloti, tutti giovanissimi. Vanno dai 17 ai 22 anni e corrono insieme alla Formula 1 negli stessi circuiti internazionali, a velocità leggermente inferiori.
Chi sono questi ragazzi? Sono dei fuoriclasse, spesso non hanno ancora la patente, ma hanno testa, talento e disciplina.
Sì, disciplina. Parola andata quasi in disuso. Si allenano, lavorano, si preparano e soprattutto corrono in pista. In pista!
Non aggiungo altro.

Non voglio mancare di rispetto in un contesto tragico come questo, ma sento il dovere di richiamare all’ordine tutti gli educatori e tutte le famiglie che hanno ancora il controllo sui ragazzi e la possibilità di dire i sì e i no adeguati, di evitare che l’incoscienza giovanile prevarichi la ragione, la consapevolezza, il rispetto per la vita.

Amen

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