IL CORSIVO – Pier Silvio Berlusconi in politica? E magari anche Cairo?

È assai probabile che il tormentone politico di quest’anno girerà intorno alla seguente domanda: “Cosa vorrà fare da grande Pier Silvio Berlusconi?”.
Certo, c’è chi ha già risposto che il finale è scontato: vorrà seguire le orme paterne e scendere in politica o “salire”, secondo l’espressione coniata un bel po’ di anni fa da Mario Monti: il quale, alla fine, scusate la ripetizione, dovette comunque “scendere” da Palazzo Chigi, dopo la prova elettorale (2013) di Scelta Civica non proprio aderente alle aspettative dell’insigne Economista.
L’ipotesi Pier Silvio in politica, del resto, non è affatto campata in aria, anche se il diretto interessato nega con tutte le forze questo “suicidio”, come lui stesso ha bollato una eventualità del genere.
Gli indizi che lasciano indovinare la decisione di succedere a papà Silvio anche come politico, invero, ci sono e tanto più. E non sono frutto della fervida fantasia di qualcuno. Sono piuttosto l’interpretazione, seppure un tantino maliziosa, delle cose che egli stesso ha detto.
Ad esempio ha detto: “Mio padre è sceso in campo a 58 anni. Io ne ho 54”. Quasi a lasciare intendere che oggi è prematuro, ma il pensiero non lo esclude. Molto più esplicito è stato in un’altra dichiarazione: “Il fascino della politica in termini di adrenalina, avventura, spinta, rapporto con la gente io lo sento, fa parte del Dna di mio padre, di un qualcosa che io, ahimè, sento di avere”. E ancora: “Alle prossime elezioni c’è spazio per un centro moderato. Forza Italia sta lì: il brand è già pronto”. E, infine, quella che è stata largamente interpretata come una frecciatina all’attuale segretario di FI e Vicepremier Antonio Tajani: “Serve una nuova Forza Italia. FI deve essere un partito di sfida, non di resistenza”.
Vedremo quale evoluzione ci sarà. Intanto un interrogativo è d’obbligo e nasce spontaneo: ma perché mai dovrebbe giovare alla politica italiana un altro eventuale Berlusconi, ancorché giovane, brillante e ottimo Ad di Mediaset? Ma forse sono soltanto chiacchiere. Più o meno come quelle che circolano sulla figura di un altro grande editore italiano, Urbano Cairo, padrone del Corriere della Sera e di altri giornali, oltre che di La7.
Dovesse accadere, altra domanda spontanea, della stampa veramente indipendente dalla politica cosa mai creerebbe? È un tema.

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