IL CORSIVO – Il Ministro Urso, i 125 anni di Fiat e… il mistero buffo IIA

Ieri la Fiat ha compiuto 125 anni e il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, dopo mesi di aspre polemiche con la Famiglia dell’ex Fabbrica Italiana Automobili Torino diventata Stellantis, ha accettato di buon grado l’invito all’evento, ma una volta lì non ha rinunciato a lanciare un’altra stoccata – garbata nella forma ma dura nella sostanza – ai vertici del Gruppo, rappresentati dal nipote preferito di Gianni Agnelli, il presidente John Elkann.
Il ministro Urso (tra i politici di FdI più apprezzati da “Giorgia”) ha detto: “L’impresa che ha fondato l’industria italiana deve assumersi oggi la responsabilità sociale del rilancio dell’auto in Italia, nel rispetto di quello che la Fiat ha dato all’Italia e di quello che l’Italia ha dato alla Fiat. Lavoriamo insieme perché si rinnovi questa storia di successo”.
Parole sante, nel merito della specifica questione, quelle del ministro. Tuttavia, al politico di FdI va ricordato che la storia la fanno gli uomini. Una volta c’erano uomini capitani d’industria che si chiamavano Gianni Agnelli, grandi manager come Vittorio Valletta, e uomini politici illuminati che sapevano intercettare i progetti innovativi di imprenditori visionari e li valorizzavano con adeguate politiche governative. Oggi, in verità, siamo un po’ a corto sia degli uni che degli altri.
Sicché, se Urso ha fatto bene a dare una strigliatina al presidente Elkann, il quale in questi anni è sembrato molto più bravo a chiedere che a dare nel rapporto Stellantis-Governo italiano, lo stesso ministro rischia di rendersi responsabile di una storica scivolata con la vicenda di Industria Italiana Autobus, il cui intero pacchetto azionario pubblico è stato ceduto rinunciando, da una parte, ad una più oculata e responsabile ricerca nel mercato privato; e, dall’altra, a meglio valutare l’opportunità di tenersi gelosamente stretta nel patrimonio statale una fabbrica dalle grandi potenzialità di sviluppo.
Oltre tutto, ironia del destino, Industria Italiana Autobus nacque – invero malissimo – da una costola del Gruppo Fiat, ossia dall’Irisbus, ex Iveco di Valle Ufita, poi abbandonata dagli eredi Agnelli per andarsene a fabbricare pullman in Francia. È solo una coincidenza. Ma appare assai probabile che la scivolata del ministero delle Imprese avvenga proprio sulla buccia di scarsa responsabilità sociale nei confronti dell’Italia che oggi si rimprovera – giustamente, dal nostro punto di vista – ai vertici Stellantis.

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