“Via l’antenna dal Golgota di Cairano”. Monta la protesta per l’installazione nell’area archeologica

Un gruppo di cittadini contesta il recente posizionamento della torre radio sul Calvario: non risponde ai bisogni degli abitanti ma solo agli interessi della compagnia che ha installato per coprire il segnale su tutto il circondario. Temiamo l'inquinamento elettromagnetico. Supporta la battaglia il rettore dell'Abbazia Goletana Salvatore Sciannamea

Polemiche e malumori a Cairano per l’ installazione definita “selvaggia” della torre radio sulla collina del Calvario. Si tratta della seconda dopo quella installata in prossimità della rupe, che per la mole di turisti e curiosi è divenuta un luogo simbolico di particolare prestigio, non solo paesaggistico ma anche culturale. La recente installazione dell’antenna 5 G installata in località “Serra” desta l’indignazione non solo dei pochi abitanti del posto, ma anche di tanti cittadini del circondario che sottolineano la presenza della necropoli risalente al VI secolo a. C. da cui trae origine il sito Oliveto-Cairano.

Oltre alla questione estetica di imbruttimento del sito dal punto di vista archeologico e paesaggistico, gli abitanti esprimono preoccupazione per l’esposizione ad onde elettromagnetiche tali da determinare l’insorgenza di patologie denunciando l’inquinamento elettromagnetico.

L’antenna non serve ai pochi abitanti del posto, ma a potenziare il segnale per l’intero circondario. Un gruppo di cittadini fa appello al comune e alla sindaca Belli, che “non può essere spettatore passivo delle decisioni dei Gestori telefonici privati” scrivono in una nota, chiedendo lo stop dei lavori. Gli attivisti rilevano inoltre il mancato coinvolgimento della popolazione e l’assenza di un piano comunale valido che possa fare da argine all’arrivo delle compagnie telefoniche.

La questione ha interessato il gruppo Irpinia 7X fautori del borgo biologico, e il rettore dell’Abbazia del Goleto padre Salvatore Sciannamea, che in una lettera aperta a chi amministra denuncia in prima battuta che il panorama irpino è già “deturpato dalle multinazionali del vento che nulla lasciano alle popolazioni che le abitano, se non ferite nei territori”, ma chiede un ripensamento degli amministratori per salvare il Golgota di Cairano.

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