IL CORSIVO – A proposito del Cardinale Ruini e del Presidente Scalfaro

C’è un passaggio dell’intervista al cardinale Camillo Ruini, ex presidente della Cei, raccolta da Francesco Verderami per il Corriere della Sera (rubrica “I Segreti del Potere”), in cui viene confermato un episodio decisamente grave occorso ai tempi del primo governo Berlusconi.
La domanda di Verderami: “… Nel libro edito dal ‘Corriere’ sui Presidenti della Repubblica, ‘Il Colle d’Italia’, si racconta di un pranzo al Quirinale che sarebbe avvenuto subito dopo l’estate del 1994. C’è scritto che l’allora Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro avrebbe invitato lei, il cardinale Angelo Sodano e monsignor Jean-Louis Tauran per chiedervi di aiutarlo a far cadere il governo Berlusconi. E che la vostra risposta sarebbe stata un silenzio imbarazzato”.
Ecco cosa risponde il cardinale Ruini a Verderami: “Effettivamente andò così. La nostra decisione di opporci a quella che ci appariva come una manovra – al di là della indubbia buona fede di Scalfaro – fu unanime. E pensare che Scalfaro era stato per me un grande amico. Rammento quando De Mita nel 1987 gli aveva offerto di diventare presidente del Consiglio, in opposizione a Craxi e con la benevolenza del Pci. Scalfaro allora era venuto da me e mi aveva detto che avrebbe rifiutato. ‘Fa bene’, gli avevo risposto. E infatti a Palazzo Chigi sarebbe poi andato Amintore Fanfani. Per questo rimasi colpito dal modo in cui aveva cambiato posizione, così nettamente. Penso che Berlusconi abbia mostrato i suoi pregi e i suoi limiti, come tutti gli altri politici, ma che non abbia avuto in alcun modo fini eversivi. I pericoli per la Repubblica semmai erano altri”.
Cosa dire? Sua Eminenza – lui certamente con genuina sincerità – non mette in dubbio la buona fede dell’allora Presidente della Repubblica. Epperò – anche a voler prescindere dal pessimo esempio istituzionale e costituzionale d’un Capo dello Stato che chiede aiuto alla Chiesa o a chicchessia per far cadere un Premier – vogliamo dimenticare che Scalfaro non pare fosse in indubbia buona fede quando, da presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta (1989-91) sul terremoto in Campania e Basilicata (1980) tentò in tutti i modi di fregare l’allora potentissimo segretario nazionale Dc Ciriaco De Mita? E vogliamo chiederci – giusto per restare in tema di Chiesa – se Scalfaro fu eletto Capo dello Stato per intercessione dello Spirito Santo o piuttosto per le simpatie dei gruppi politici conquistate – da presidente di quella Commissione – nell’opera di demolizione dell’immagine di Ciriaco De Mita?
Il sottoscritto – all’epoca caposervizio de Il Mattino – seguì per due anni, a Palazzo San Macuto, i lavori della Commissione Scalfaro. E ne raccontò, assieme alla cronaca, l’essenza delle scandalose speculazioni politiche che li contraddistinsero. Una pagina vergognosa della politica italiana. Amen!

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