La Coop. sociale Onlus “L’Isola che c’è” al centro di uno studio Unisa

La storia e le buone pratiche della cooperativa sono state raccolte nel libro “L’Isola che c’è. Un’utopia chiamata Speranza”, scritto dai professori Massimo Del Forno e Rossella Trapanese e pubblicato da Franco Angeli.

L’Università degli Studi di Salerno ha dedicato una ricerca alla Società Cooperativa Sociale “L’Isola che c’è”, una realtà nata nel gennaio del 1996 a Solofra, grazie a un gruppo di donne appassionate del sociale. Questa iniziativa è stata avviata in risposta alla carenza di servizi per l’infanzia e l’adolescenza, particolarmente evidente nel Sud Italia.
Sotto la guida di Speranza Marangelo, la cooperativa ha scelto di evolversi da un’associazione di volontariato a una vera e propria impresa sociale. Questa decisione ha segnato l’inizio di una sfida ambiziosa: coniugare ambizioni lavorative, passioni e solidarietà in un’area tradizionalmente povera di cultura sociale.
La cooperativa ha sede tra l’Irpinia e Salerno, lungo un percorso che simboleggia l’unione e la collaborazione tra queste due province. Qui, l’impresa sociale ha sviluppato una serie di iniziative volte a promuovere il cambiamento sociale e a seminare buone prassi nel territorio.
La storia e le buone pratiche della cooperativa sono state raccolte nel libro “L’Isola che c’è. Un’utopia chiamata Speranza”, scritto dai professori Massimo Del Forno e Rossella Trapanese e pubblicato da Franco Angeli. Gli autori, coinvolti nelle attività di Terza Missione in Irpinia, sono rimasti colpiti dalla storia al femminile e dalle iniziative cooperative della cooperativa.
La pubblicazione, che fa parte della collana “Welfare, innovazione e sostenibilità sociale”, è disponibile gratuitamente online.

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