Inchiesta “Dolce Vita”, il legale di Nargi precisa: “La sua posizione non si è aggravata”
L'avvocato Sabatino in una nota precisa la posizione della sua assistita: "Non si è aggravata né modificata". In effetti, l'associazione a delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti le viene contestata fin dalle prime battute
In merito al nostro servizio andato in onda nel tg delle 14 riceviamo e riportiamo nota dell’avvocato Costantino Sabatino, che difende Laura Nargi nell’inchiesta “Dolce Vita”:
“La Dott.ssa Laura Nargi ed il suo difensore Avv. Costantino Sabatino, alla luce di quanto emerso nel servizio realizzato da ITV oggi 13 giugno 2024, ovvero che “è cambiata all’interno dell’inchiesta “Dolce Vita” la posizione della candidata a sindaco Laura Nargi … insomma il prosieguo dell’indagine della Procura di Avellino ha aggravato la posizione dell’ex vice-sindaco di Festa”, smentiscono che ci sia stato un cambiamento e/o aggravamento della propria posizione processuale.
Detta notizia, che trarrebbe spunto da un comunicato stampa del gruppo consiliare del PD, non corrisponde al vero, in considerazione del fatto che le contestazioni rese note alla dott.ssa Nargi, e che hanno costituito la ragione per la quale è stata effettuata una perquisizione presso la propria abitazione e presso l’ufficio del Comune dove la stessa lavorava, non hanno subito modifiche e dunque tanto meno aggravamenti.
La dott.ssa Nargi, nel ribadire ancora una volta piena fiducia nell’operato della magistratura, attende con fiducia l’esito delle indagini, peraltro dalla stessa agevolate con la scelta – già comunicata con una precedente nota – di rinunziare alla richiesta di restituzione degli strumenti ad ella sequestrati, onde consentire tutte le attività investigative su di essi, precisando che a distanza di due mesi dal sequestro dei devices non è stata ancora svolta su di essi la copia forense.”
Ci scusiamo con Laura Nargi e il suo legale per aver utilizzato impropriamente la parola “aggravamento” nel nostro servizio. L’avvocato non può però smentire il fatto che la sua assistita sia iscritta nel registro degli indagati per i reati di associazione a delinquere (art. 416 cp), turbata libertà degli incanti (art. 353 cp), turbata libertà del procedimento nella scelta del contraente (art. 353 bis cp); notizia che abbiamo dato, a seguito della nota del gruppo consiliare uscente del Pd, e che risulta essere una novità, per le cronache, rispetto a quanto emerso fino ad oggi in merito alla posizione della sua assistita. Ha ragione il legale a dire che questa non si sia aggravata o modificata in corso d’opera: era infatti già grave, quale ipotesi di reato, fin dalle prime battute.
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