Il gruppo Pd replica a Nargi: “Noi mai avuto un sindaco con quelle accuse”

Il gruppo consiliare uscente del Pd replica alla candidata a sindaco: “Ai cittadini non interessa la verità processuale, lei deve rispondere a tre domande a cui continua a sottrarsi”

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del gruppo consiliare uscente del Pd del comune di Avellino:

 

La dottoressa Nargi è evidentemente nervosa, perde il controllo ogni qualvolta le vengono poste domande a cui, altrettanto evidentemente, non può rispondere. E nel perdere il controllo straparla. Ci tocca dunque ricordarLeche riguardo alle indagini relative ad Alto Calore Servizi tra i principali indagati c’è Gerardo Santoli, amico e socio dell’ex sindaco Festa, tra l’altro nominato Presidente del Cda di Grande S.r.l.. E proprio in quel Consiglio di Amministrazione siede la dottoressa Iannaccone, assessore della giunta Giordano al Comune di Monteforte, sfegatata ultras dell’ex sindaco ieri e della dottoressa Nargi oggi.

Tanto premesso, il Partito democratico non ha mai espresso ad Avellino un Sindaco al quale sono stati contestati reati di tentata induzione indebita, corruzione per l’esercizio della funzione, rilevazione di segreto d’ufficio aggravata, falso in atto pubblico e depistaggio. Né ha mai avuto, il Partito Democratico, la sfrontatezza di presentare alla città un candidato sindaco indagato per i reati di associazione a delinquere (416 cp), turbata libertà degli incanti (353 C.p.) e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente (353 bis c.p.)  pienamente inserita in un sistema finalizzato alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica e contro il patrimonio.

La Nargi può far finta di non capire finché vuole, la può buttare in caciara chiamando in causa il garantismo, facendo la vittima. Tutt’al più può scaricare ogni responsabilità sui dirigenti e i funzionari. Può fare quel che vuole ma restano quelle tre maledette domande a cui proprio non può rispondere, restano le parole che Nargiproprio non riesce a dire: una parola sulla circostanza per la quale l’ex sindaco Festa ha rimosso e fatto sparire un pc dalla sua stanza dopo aver tentato di bonificarla. Una parola sui due concorsi truccati. Una parola sul fatto che per almeno due anni non sono state pubblicate delibere e determine.

Fatti che tali restano e dai quali Nargi non può scappare rinviando ogni risposta alla verità processuale di cui ai cittadini avellinesi non può interessare nulla. Perché quei fatti tali sono e tali restano e accadevano mentre Lei era vicesindaco con delega al Patrimonio, all’Annona, alle attività produttive.

Per il resto siamo d’accordo, l’inchiesta Dolce Vita è solo all’inizio,  siamo solo nella fase delle indagini, le quali avranno sicuramente una conclusione e poi un processo. Processo nel quale la Nargi ci dovrà chiarire, nell’eventualità che dovesse essere eletta Sindaco di Avellino, eventualità che escludiamo, se si costituirà parte civile per reati per i quali lei stessa è a processo.

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