Cinesi pronti ad investire nella IIA. Con il closing made in Italy a rischio

Sono ora 3 le offerte agli atti per l’acquisizione delle quote di Leonardo e Invitalia nella IIA dopo la proposta presentata dai cinesi. Ma un sì a Pechino liquiderebbe l’obiettivo del “bus made in Italy” dopo 200 milioni di investimenti in 10 anni 

A dispetto del nome, la Industria Italiana Autobus di Bologna e Flumeri potrebbe diventare cinese. Gli investitori del China City Industrial Group sono pronti a rilevare le quote di Invitalia e Leonardo, come ha confermato una nota ministeriale. Si tratta di una eventualità che metterebbe in discussione il made in Italy del marchio, che pure lo Stato ha difeso come asset strategico nazionale per un decennio, arrivando ad investire 200 milioni per tenere aperti gli stabilimenti e affermare il nuovo marchio, erede di Irisbus e BredaMenarinibus. Cresce, anche per questo, l’attesa della decisione che il governo si appresta a fare nelle prossime settimane fra le 3 le offerte agli atti. Il Gruppo CCIG si aggiunge al Gruppo SERI di Caserta e alla cordata italiana formata da Gruppioni, Stirpe, Benedetto e Marchesini.

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