IL CORSIVO – Tajani, Cirielli e… la Fontana di Trevi
Per dirla simpaticamente con Renzo Arbore, hanno fatto lo Show.
I protagonisti di questo insolito Show politico sono il ministro degli Esteri di Forza Italia, Antonio Tajani, e il viceministro – anch’egli degli Esteri ma di Fratelli d’Italia – Edmondo Cirielli. Quest’ultimo, oltre ad occupare una posizione governativa di tutto rilievo, è anche coordinatore della direzione nazionale del suo partito, e perdipiù il più influente meloniano in Campania.
Ed è proprio la Campania il tema, l’oggetto del desiderio, la “preda” istituzionale al centro delle attenzioni – continuate a leggere Show – di Tajani, vicepremier, leader nazionale di FI, nondimeno che successore dell’ormai venerato e invocato santo (quasi) subito, la buonanima di Berlusconi, e il potente salernitano, ex colonnello dei Carabinieri passato alla politica, luce almeno di un occhio di Giorgia Meloni, Edmondo Cirielli. Il quale – Udite, Udite! – mira all’impresa di sfilare al centrosinistra la presidenza della Regione alle prossime elezioni, non per sé – in quanto lui vuole continuare la carriera a Roma – ma comunque per qualcuno del suo partito.
Invero la contesa è stata aperta da Tajani. In tour elettorale a Napoli per le Europee, il ministro degli Esteri ha detto che il candidato presidente della Campania, all’interno della coalizione di centrodestra, non potrà che essere di Forza Italia. Perché? Ma perché sì, spiega il leader. FI è storicamente il primo partito del centrodestra da queste parti, siamo in crescita in tutta Italia, usciremo rafforzati dalle Europee, la conseguenza è scontata: saremo noi la parte determinante per la scelta del candidato.
Cirielli gli oppone un ragionamento che pure fila a perfezione. È più o meno il seguente. Tajani corre troppo. Aspettiamo il risultato delle Europee in Campania, dopo di che un criterio democratico per tutti dovrebbe essere quello di assegnare la candidatura al partito del centrodestra di governo che avrà ottenuto la migliore performance.
Ora, a parte che chiunque sia dotato del minimo sindacale di buon senso dovrebbe innanzitutto chiedersi cosa c’azzecca il voto per l’Europa con quello per la Regione, l’impressione è che il ministro degli Esteri, da un lato, e il viceministro (sempre degli Esteri), dall’altro, stiano improvvisando uno Show che per certi versi appare la copia (poco) conforme all’originale di Totò e Nino Taranto impegnati nella “vendita” della Fontana di Trevi.
L’obiettivo di conquista della Campania, infatti, non è tanto semplice come se lo stanno giocando il leader di FI e il plenipotenziario della Meloni da quelle parti. La Regione è ben salda nelle mani dell’area progressista. Che sia o meno De Luca il candidato di questa coalizione politica, un centrodestra che ambisca a vincere, non solo a partecipare alle regionali, ha bisogno di un Super-Super candidato, una figura che non si trova semplicemente contando i voti ricevuti alle Europee da FI o da FdI. Potrebbe essere, perché no?, uno della Lega, partito che in Campania (Europee) prenderà certamente molto meno consensi di Forza Italia e di Fratelli d’Italia. Non è un caso, ad esempio, e sottolineiamo “esempio”, che nelle segrete stanze del governo si parli con insistenza del nome dell’attuale ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, che notoriamente è al governo in quota Lega, appunto, e non già FI o FdI.
Insomma, e in conclusione, la Campania non è la Fontana di Trevi. È invece singolare che due politici di sicuro rilievo, quali certamente sono Tajani e Cirielli, passino il tempo a scimmiottare Totò e Nino Taranto: due grandi artisti della comicità il cui mestiere, difficilissimo, era però quello di far ridere.
I protagonisti di questo insolito Show politico sono il ministro degli Esteri di Forza Italia, Antonio Tajani, e il viceministro – anch’egli degli Esteri ma di Fratelli d’Italia – Edmondo Cirielli. Quest’ultimo, oltre ad occupare una posizione governativa di tutto rilievo, è anche coordinatore della direzione nazionale del suo partito, e perdipiù il più influente meloniano in Campania.
Ed è proprio la Campania il tema, l’oggetto del desiderio, la “preda” istituzionale al centro delle attenzioni – continuate a leggere Show – di Tajani, vicepremier, leader nazionale di FI, nondimeno che successore dell’ormai venerato e invocato santo (quasi) subito, la buonanima di Berlusconi, e il potente salernitano, ex colonnello dei Carabinieri passato alla politica, luce almeno di un occhio di Giorgia Meloni, Edmondo Cirielli. Il quale – Udite, Udite! – mira all’impresa di sfilare al centrosinistra la presidenza della Regione alle prossime elezioni, non per sé – in quanto lui vuole continuare la carriera a Roma – ma comunque per qualcuno del suo partito.
Invero la contesa è stata aperta da Tajani. In tour elettorale a Napoli per le Europee, il ministro degli Esteri ha detto che il candidato presidente della Campania, all’interno della coalizione di centrodestra, non potrà che essere di Forza Italia. Perché? Ma perché sì, spiega il leader. FI è storicamente il primo partito del centrodestra da queste parti, siamo in crescita in tutta Italia, usciremo rafforzati dalle Europee, la conseguenza è scontata: saremo noi la parte determinante per la scelta del candidato.
Cirielli gli oppone un ragionamento che pure fila a perfezione. È più o meno il seguente. Tajani corre troppo. Aspettiamo il risultato delle Europee in Campania, dopo di che un criterio democratico per tutti dovrebbe essere quello di assegnare la candidatura al partito del centrodestra di governo che avrà ottenuto la migliore performance.
Ora, a parte che chiunque sia dotato del minimo sindacale di buon senso dovrebbe innanzitutto chiedersi cosa c’azzecca il voto per l’Europa con quello per la Regione, l’impressione è che il ministro degli Esteri, da un lato, e il viceministro (sempre degli Esteri), dall’altro, stiano improvvisando uno Show che per certi versi appare la copia (poco) conforme all’originale di Totò e Nino Taranto impegnati nella “vendita” della Fontana di Trevi.
L’obiettivo di conquista della Campania, infatti, non è tanto semplice come se lo stanno giocando il leader di FI e il plenipotenziario della Meloni da quelle parti. La Regione è ben salda nelle mani dell’area progressista. Che sia o meno De Luca il candidato di questa coalizione politica, un centrodestra che ambisca a vincere, non solo a partecipare alle regionali, ha bisogno di un Super-Super candidato, una figura che non si trova semplicemente contando i voti ricevuti alle Europee da FI o da FdI. Potrebbe essere, perché no?, uno della Lega, partito che in Campania (Europee) prenderà certamente molto meno consensi di Forza Italia e di Fratelli d’Italia. Non è un caso, ad esempio, e sottolineiamo “esempio”, che nelle segrete stanze del governo si parli con insistenza del nome dell’attuale ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, che notoriamente è al governo in quota Lega, appunto, e non già FI o FdI.
Insomma, e in conclusione, la Campania non è la Fontana di Trevi. È invece singolare che due politici di sicuro rilievo, quali certamente sono Tajani e Cirielli, passino il tempo a scimmiottare Totò e Nino Taranto: due grandi artisti della comicità il cui mestiere, difficilissimo, era però quello di far ridere.
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