IL CORSIVO – I Sette Comandamenti di Giuseppe Conte
Un post del leader 5Stelle, Giuseppe Conte. Eccolo.
“Ai nostri ragazzi serve una lotta senza quartiere alla precarietà a vita.
Ai nostri ragazzi serve il salario minimo legale per non essere più sottopagati.
Ai nostri ragazzi serve dire basta ai tirocini non retribuiti, allo sfruttamento. Basta a chi dice “lavora per me, offro in cambio esperienza e visibilità”.
Ai nostri ragazzi serve la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, per avere più tempo per gli affetti e per coltivare le proprie passioni.
Ai nostri ragazzi servono più agevolazioni per comprare una casa, non i tagli e le riduzioni a quelle che ci sono.
I ragazzi non hanno bisogno di una politica che vuole la leva obbligatoria per spingerli a fare il militare. Non hanno bisogno di una politica che mette l’elmetto e corre dritta verso il riarmo e la guerra, distruggendo il futuro.
Ai ragazzi serve un’Italia che corre per i diritti di una generazione tradita.”
Cosa dire? Intanto, mutatis mutandis, è del tutto evidente che il leader 5Stelle sottintende un Paese guidato da lui quando afferma che “ai ragazzi serve un’Italia che corre per i diritti di una generazione tradita”. Ovvero tradita dal resto del mondo escluso se stesso, che pure è stato due volte presidente del Consiglio dei ministri.
Tuttavia, bisogna convenire che Giuseppe Conte sta migliorando. Una prova inappellabile arriva proprio dal post testé riproposto. Egli ha avuto infatti l’insolito pudore, con i suoi Sette Comandamenti intitolati “Ai ragazzi”, di dettarne tre in meno rispetto ai Dieci rassegnati da Nostro Signore a Mosè. Circostanza non di poco conto se si consideri che lui, saltando a piè pari il dogma della Trinità, e con esso il senso delle parentele, non perde occasione per apparire come il fratello gemello del Padreterno sceso in terra.
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