Primi sì al concordato dai creditori, Alto calore vede la luce. Ma deve ancora attendere
Il piano di salvataggio dell'Alto Calore all'esame dei creditori per evitare il default ha già ottenuto l’adesione di oltre la metà dei creditori, ma il risultato non è ancora raggiunto. Occorrerà attendere il 27 maggio per l’archiviazione della procedura di fallimento maggio per dare il proprio assenso
A due anni dalla dichiarazione del concordato, a quasi tre dalla richiesta di fallimento da parte della Procura di Avellino, l’Alto Calore Servizi attende in queste ore di conoscere il suo destino. Da questa mattina la procedura è entrata nella fase decisiva con l’udienza dei creditori, chiamati in presenza o attraverso comunicazioni digitali ad accettare il piano proposto dalla società per risanare perdite che nel settembre 2021 sfioravano i 160 milioni di euro. Hanno tempo fino al 27 maggio per dare il proprio assenso alla rinegoziazione del debito. Ma già oggi la maggioranza sul piano generale ha accolto la proposta, consentendo all’Alto Calore di vedere la luce in fondo al tunnel, ma la partita non è ancora chiusa. È stata ottenuta la prima delle due condizioni necessarie. A questo punto i commissari attendono la conclusione della consultazione prima dichiarare approvato il concordato, indispensabile per garantire alla spa pubblica erede del consorzio interprovinciale Alto Calore di Avellino e Benevento il riassorbimento della esposizione. Il destino dell’Alto Calore non preoccupa soltanto la platea degli azionisti, i Comuni dell’Irpinia e di gran parte del Sannio, ma anche gran parte della pubblica opinione, che in questi anni ha chiesto il mantenimento della gestione idrica pubblica. Alla finestra c’è la Regione Campania, che in questi anni ha fatto la sua parte per sostenere il tentativo dei sindaci di salvare l’Alto Calore, dagli accordi sui ristori con la Puglia, allo stralcio degli oneri manutentivi per le sorgenti del fiume Calore
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