IL CORSIVO – Matteo Salvini e l’homo sapiens
In tour per la presentazione del suo libro “Controvento” (titolo insidioso come diremo più avanti), alla tappa di Como il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, ha rievocato con evidente disprezzo gli esecutivi delle “strane alleanze” (nei quali c’era anche lui) presieduti da Giuseppe Conte e da Mario Draghi.
Ha detto: “In trent’anni di militanza, governare con Draghi, Partito democratico e Movimento 5 Stelle è stato uno dei passaggi più complicati. Andate voi in Consiglio dei ministri con Roberto Speranza e Danilo Toninelli. Fu una scelta complicata ed è stato un trauma. L’abbiamo pagata elettoralmente”.
Cosa dire? Una volta si osservava che non è politicamente corretto, e men che meno igienico, sputare nel piatto in cui si è mangiato. Anche perché, bene che vada, si rischia il contrappasso d’una severa indigestione di credibilità. Del resto, a mo’ di prova, il leader della Lega è da tempo che erutta acido e più ne caccia più voti perde.
Ma per tornare al titolo del suo libro, restando comunque in tema, Matteo Salvini, che peraltro mostra grande sensibilità culturale, sa bene che andare “Controvento”, ossia – in senso figurato – “procedere in contrasto con le idee, le opinioni dominanti…”, di certo configura anche un atteggiamento di grande coraggio, dove non sia supponenza strutturale. Epperò, un po’ come sputare nel piatto in cui si è mangiato, atteggiarsi controvento comporta delle conseguenze. Una per tutte la lascia indovinare l’iscrizione in latino che campeggia, ad Amsterdam, sull’Arco che separa Max Eeuweplein (la Piazza degli Scacchi) da Leidsplein.
Eccola: “Homo sapiens non urinat in ventum”.
Pierino tradurrebbe volentieri che a farla controvento si rischia di prendersela addosso.
Ha detto: “In trent’anni di militanza, governare con Draghi, Partito democratico e Movimento 5 Stelle è stato uno dei passaggi più complicati. Andate voi in Consiglio dei ministri con Roberto Speranza e Danilo Toninelli. Fu una scelta complicata ed è stato un trauma. L’abbiamo pagata elettoralmente”.
Cosa dire? Una volta si osservava che non è politicamente corretto, e men che meno igienico, sputare nel piatto in cui si è mangiato. Anche perché, bene che vada, si rischia il contrappasso d’una severa indigestione di credibilità. Del resto, a mo’ di prova, il leader della Lega è da tempo che erutta acido e più ne caccia più voti perde.
Ma per tornare al titolo del suo libro, restando comunque in tema, Matteo Salvini, che peraltro mostra grande sensibilità culturale, sa bene che andare “Controvento”, ossia – in senso figurato – “procedere in contrasto con le idee, le opinioni dominanti…”, di certo configura anche un atteggiamento di grande coraggio, dove non sia supponenza strutturale. Epperò, un po’ come sputare nel piatto in cui si è mangiato, atteggiarsi controvento comporta delle conseguenze. Una per tutte la lascia indovinare l’iscrizione in latino che campeggia, ad Amsterdam, sull’Arco che separa Max Eeuweplein (la Piazza degli Scacchi) da Leidsplein.
Eccola: “Homo sapiens non urinat in ventum”.
Pierino tradurrebbe volentieri che a farla controvento si rischia di prendersela addosso.
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