IL CORSIVO – Qui Londra: saluti al ministro Sangiuliano da… Times Square

Spiace per i giornalisti che si danno in prestito alla politica – diventando così “intruppati” ed anche un tantino distratti – ma l’ex bravissimo direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano, oggi ministro della Cultura, ne ha fatta un’altra (dopo la famigerata gaffe del Premio Strega).
Durante la presentazione della passeggiata ecologica a Roma, ha detto: “Se pensiamo a Parigi pensiamo agli Champs Elisées. Se pensiamo a Londra pensiamo a Times Square…”.
Vanno bene gli Champs Elisées, che stanno al loro posto, nella bellissima capitale francese, e nessuno si sognerebbe mai di “spostarli” da lì, nemmeno soltanto idealmente. Ma sarebbe impresa pressoché impossibile, anche utilizzando tutta l’energia del Pensiero, prendere di peso Times Square e trasferirla da New York a Londra.
Il ministro della Cultura, che certamente e genuinamente onora il nome del dicastero che guida, s’è accorto della banalissima gaffe quando sui social sono piovuti risolini in abbondanza e commenti ingenerosi. Diciamolo in tutta onestà: la classica tempesta nel bicchier d’acqua.
Il problema, piuttosto, è la pezza che ci ha poi messo e che è apparsa subito peggiore del buco. Il ministro, infatti, ha diramato una nota in cui spiega il lapsus nel modo seguente: “… Nel ricordare luoghi iconici durante una risposta ad un gruppo di giornalisti, tra cui anche il corrispondente del Times, ho messo insieme New York con una delle piazze più famose della capitale inglese, Piccadilly Circus, che non a caso viene chiamata la Times Square di Londra. L’emozione fortissima vissuta nel presentare questo grande progetto e la risposta al collega del Times hanno avuto su di me, per un istante, l’effetto di ‘spostare’ la piazza delle mille luci di New York addirittura sulle rive del Tamigi”.
Cosa dire: tutto bene quel che finisce bene? Ma sì! Epperò stia attento il ministro a “emozionarsi fortissimamente” per così poco. Se gli dovesse succedere di “spostare” la Costiera Amalfitana nel deserto del Sahara, a parte il rischio d’uno sbalzo pressorio importante, mai e poi mai gliela perdonerebbe il suo Amico (?) salernitano De Luca, e non solo: s’incazzerebbero di brutto anche, forse soprattutto, i londinesi, i newyorkesi, i parigini e via discorrendo, in lungo e in largo per il mondo, “oltre al miliardo e 409 mila cinesi abitanti nella loro terra d’origine, nessuno escluso, che magari, sapendo cosa sia, vogliono la “Costiera” là dove l’ha ben sistema per l’Eternità il Padreterno.

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