IL CORSIVO – Mancano i medici! Embè?
La Fondazione Gimbe ha portato alla luce, attraverso il rigore scientifico dei suoi studi statistici, una verità detta e ripetuta ma che per anni i nostri diversi governi hanno voluto tenere sotto cenere con la speranza – dobbiamo ritenere – che il problema si “autorisolvesse”.
La verità – lapalissania, anzi “di più” – è che anche i medici invecchiano e “addirittura” muoiono. Sicché, per dirla tutta la “verità”, se non si provvede progressivamente a fare tanti medici nuovi almeno per quanti vanno in pensione o a miglior vita, arriva il giorno in cui t’accorgi che non hai sufficienti Camici Bianchi di Medicina Generale, ovvero di Base, oppure (Mogol-Battisti) tu chiamali se vuoi… “di Famiglia”, per garantire il minimo sindacale di assistenza: minimo nel senso di non badare troppo alla “qualità”.
Dunque, per stare alla cronaca essenziale, la Fondazione Gimbe ci ha fatto sapere ieri che (dati riferiti al 2022): 1) Quasi un medico di famiglia su due supera il limite massimo dei 1.500 assistiti; 2) Questo sovraccarico di assistiti determina una riduzione della disponibilità oraria dei medici e, soprattutto, della qualità dell’assistenza, accendendo spie rosse su tre elementi fondamentali: la reale disponibilità in relazione alla densità abitativa, la distribuzione omogenea e capillare sul territorio, la possibilità per i cittadini di esercitare il proprio diritto nella libera scelta.
Ora, molto probabilmente, sentiremo per l’ennesima volta politici di campi avversi rinfacciarsi colpe, responsabilità, distrazioni, dispetti, perfino corna sadomaso. Le solite, noiosissime chiacchiere che ascoltiamo con santa pazienza da oltre mezzo secolo.
Dunque, non fatevi illusioni di riuscire a distinguere torti e ragioni. E oltre tutto, non ne vale la pena. Perchè, al di là delle travi e delle pagliuzze sempre rinvenibili negli occhi degli uni e degli altri, il paradosso dei paradossi, la vera vergogna, è che intanto continuiamo a tenerci orgogliosi il numero chiuso a Medicina. Di cos’altro vogliamo discutere, allora, senza farci seppellire da una risata (o dalla mancanza del medico all’occorrenza, scegliete voi!)?
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