IL CORSIVO – Quei manifesti di De Luca che la Premier non dovrebbe sottovalutare
Il governatore De Luca ha fatto affiggere manifesti in lungo e in largo su moltissime cantonate del territorio regionale recanti il titolo “Il governo Meloni tradisce il Sud”, e a corredo l’elenco delle risorse finanziarie destinate alla Regione Campania e ingiustificatamente bloccate a Roma da circa quindici mesi. Tra le voci più significative ci sono i sei miliardi del Fondo sviluppo e coesione per i quali – oltre che per la protesta contro l’Autonomia versione Calderoli – l’altra settimana c’è stata nella Capitale l’imponente manifestazione dei sindaci organizzata e guidata proprio da De Luca.
Sulla spesa dei succitati manifesti è stata accesa una nuova polemica da parte di rappresentanti politici e istituzionali di centrodestra. Secondo cui, in buona sostanza, il governatore non avrebbe potuto e dovuto utilizzare i fondi della Comunicazione regionale per una campagna politica contro il governo nazionale.
Invero, le motivazioni addotte appaiono decisamente forzate. Di fatto, De Luca e la larga maggioranza che lo sostiene non stanno facendo “campagna elettorale” bensì “campagna istituzionale”, peraltro generata da una gravissima omissione del governo centrale (il blocco di ben sei miliardi, appunto), vicenda sulla quale si è già pronunciato il Tar.
Con quali risorse, se non quelle istituzionali della Comunicazione, dunque, si sarebbe dovuto – perdonate il bisticcio – “comunicare” ai cittadini della Campania perché il governo trattiene illegittimamente soldi che appartengono a questa Regione? De Luca se ne dovrebbe stare buono e zitto senza denunciare gli abusi che si consumano a Roma a danno del territorio che egli istituzionalmente rappresenta? Se così facesse, sarebbe egli stesso un traditore degli interessi politici, economici e sociali che con la elezione a presidente si è incaricato di difendere e promuovere in tutte le sedi.
Anche alla luce dell’episodio testé raccontato, non si può non prendere atto che da un po’ di tempo a questa parte il governo di centrodestra sta mostrando, nei confronti del Sud in particolare, un volto che tende all’autoritarismo, cosa ben diversa dall’autorevolezza che dovrebbe essere, per definizione, il carattere distintivo di una classe dirigente politica davvero democratica e capace. Tuttavia, come usa dire, non è mai troppo tardi per imparare. Un’acceleratina, però, non guasterebbe. Anche perché dalla Sardegna arrivano segnali di vulnerabilità della coalizione di centrodestra che potrebbero sfuggire soltanto a politici poco accorti o troppo sicuri di sé.
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