IL CORSIVO – De Luca, Meloni e una “S” di troppo

Il giorno dopo la “Marcia su Roma”, con l’appendice “S” rivolta alla Premier Meloni e diventata titolo su tutti i giornali e in tutti i Tg, De Luca riprende il discorso nel Teatro Sannazaro di Napoli e dice: “Ieri ho parlato per un’ora e non ho offeso nessuno. Hanno mandato in giro un fuorionda mentre ero a Montecitorio a bere un bicchiere d’acqua. Bisogna stare attenti, era una cosa detta a mezza voce. Siamo alla follia. Siamo in un Paese malato di conformismo e in cui l’opinione pubblica sembra aver perso la ragione critica. Ci si è ridotti a un titolo su una battuta”.
Insomma, niente scuse a Giorgia Meloni da parte del governatore della Campania.
Noi insistiamo nel sostenere che invece De Luca dovrebbe scusarsi, anche per non far diluire nella polemica la forza della sacrosanta protesta che ha saputo organizzare nella Capitale, una coraggiosa battaglia contro l’Autonomia e i sei miliardi del Fondo sviluppo e coesione destinati alla Campania e arbitrariamente bloccati dal ministro Fitto.
Ora, è pur vero, come sostiene il vocabolario Treccani, che “Stronzo/a” è “un volgare epiteto ingiurioso, la cui connotazione offensiva si è andata via via riducendo con il tempo, fino a significare, genericamente, “persona inetta o che comunque si comporta in modo criticabile”, per cui, in via estensiva, l’epressione potrebbe rientrare nella critica politica. Tuttavia, un consiglio a De Luca lo diamo volentieri: la prossima volta che ha in animo di rivolgere a qualcuno il senso di quella parolina lì, invece di essere troppo diretto con Stronzo/a, usi l’espressione “Tizio/a ha detto una stronzata”. Mutatis mutandis, absit iniuria verbis.

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